Nuove prospettive per futuri trattamenti dei sarcomi più efficaci e tollerati. Sono quelle schiuse da uno studio, durato tre anni, a firma dei ricercatori della Preclinic and Osteoncology Unit Irst, Silvia Vanni, Giacomo Miserocchi e Alessandro De Vita cui hanno partecipato più di venti professionisti tra biologi, farmacisti, patologi, chirurghi, oncologi. Una stretta collaborazione multidisciplinare con l’anatomia patologica e la chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale “Bufalini”, con l’anatomia patologica dell’Ospedale “Pierantoni–Morgagni”, l’oncologia medica dell’Irst, Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e The Royal Marsden di Londra, ha permesso ai ricercatori di concentrarsi sul ruolo di un biomarcatore appartenente alla classe delle cicline, il CDK4, come fattore prognostico negativo nei sarcomi.
Focalizzandosi, in particolare, su un tumore maligno molto aggressivo, il liposarcoma dedifferenziato, gli studiosi hanno dimostrato una relazione tra l’espressione di CDK4 e dove, nel corpo del paziente, si colloca il tumore. Sulla base di tali risultati il team di ricerca ha studiato, mediante l’impiego di sofisticati modelli sperimentali di laboratorio, un trattamento innovativo che vede l’impiego di un inibitore del CDK4 – il palbociclib – seguito dall’antraciclina, il farmaco standard per il trattamento dei sarcomi.
I risultati hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto al trattamento standard e rispetto alla combinazione dei due farmaci, unitamente ad una tossicità ben tollerata nei modelli sperimentali. Un risultato promettente in vista di futuri passi verso la sperimentazione clinica. Insieme all’equipe Irst, lo studio ha visto la partecipazione in primis dei dirigenti medici Massimo Bassi Chirurgia maxillo facciale Ospedale “Bufalini”, Graziana Gallo Anatomia patologica Ospedale Bufalini e Federica Pieri Anatomia patologica Ospedale “Morgagni–Pierantoni”.