Un minorenne picchiato e preso a pugni nell’ascensore del centro commerciale Punta di Ferro (l’obiettivo, pare, fosse quello di rubargli il giubbotto), da almeno due persone, alle quali potrebbe aver dato una mano un complice. Il tutto è avvenuto lunedì alle ore 15,30. “L’ennesimo episodio di microcriminalità che chiude l’anno nel peggiore dei modi – tuona Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio -. Da tempo continuiamo a segnalare il ripetersi di episodi di questo genere, che coinvolgono spesso e volentieri giovanissimi. Vogliamo chiamarle baby-gang? Poco importa. Importa invece che i nostri figli non siano sicuri nemmeno in un grande centro commerciale, evidentemente ritenuto da questi balordi un luogo dove si può agire impuniti e commettere reati dei più spregevoli“.
A Zattini non piace, tra le altre cose, la motivazione all’origine dell’aggressione. “Un ragazzo è stato colpito con un pugno in faccia per un giubbotto? Che valore danno le persone all’incolumità altrui? Evidentemente vale meno di un giubbotto da qualche centinaia di euro o quello che è. La gravità del fenomeno delle baby-gang è sotto gli occhi di tutti: queste persone vanno trattate come delinquenti abituali. Non ne possiamo più di leggere ogni giorno queste cose. Parliamo di gruppi spesso composti da appartenenti ad altre etnie, da considerare a tutti gli effetti come delinquenti: basta giustificare in qualche modo certe azioni ignobili e vigliacche. Questi sono delinquenti che vanno puniti di conseguenza“.
Tra gli ultimi fatti di cronaca simili a quello del Punta di Ferro, c’è la rissa che ha coinvolto cinque giovani al circolo ‘Asioli’ durante una festa privata. Ad avere la peggio, in questo caso, un minorenne pestato e portato al pronto soccorso, dal quale è uscito con una prognosi di 10 giorni. “Altre città sono ostaggio delle baby-gang. Forlì non vuole fare la stessa fine. Dobbiamo combattere il fenomeno nella maniera più dura possibile: è ora di dire basta, per garantire sicurezza e un divertimento senza pensieri ai nostri ragazzi” conclude Zattini.