Nel 2024, il 77,9% delle micro e piccole imprese e imprese artigiane emiliano-romagnole ha svolto almeno una azione volta a tutelare l’ambiente, l’88,6% delle piccole imprese ha mosso passi in direzione della sostenibilità sociale, mentre sulla dimensione economica, terzo pilastri dei criteri ESG, gli investimenti in formazione professionale (66,8%), digitalizzazione (51,8%) e l’applicazione di strategie per una elevata stabilità finanziaria (39,5%) dimostrano la volontà di garantire un futuro all’impresa, nonostante un contesto oggettivamente difficile.
I dati raccolti dall’osservatorio regionale di Confartigianato, su un campione di oltre 700 intervistati, restituiscono l’immagine della proattività delle micro e piccolissime imprese, che tengono vivo il nostro tessuto produttivo. Spiega Gianluigi Bandini, responsabile dell’ufficio credito innovazione e sviluppo di Confartigianato di Forlì “dal report emerge che il 92,3% delle imprese della nostra provincia ha dichiarato di aver intrapreso azioni di sostenibilità sociale, investendo in sicurezza, corsi di formazione non obbligatori, coinvolgendo i dipendenti negli obiettivi aziendali. Un risultato che evidenzia la sensibilità dei nostri imprenditori, da sempre attenti al benessere dei propri collaboratori e alle ricadute della propria attività nel tessuto locale. Il 12,4% del campione si è dotato di un codice etico, l’8,6% redige il bilancio sociale, mentre l’8,1% dispone di un codice di condotta e il 6,3% ha una carta dei valori. Il 39,7% di queste imprese redige più di uno di questi strumenti di governance. La quota di imprese che dispone di certificazioni di qualità, ambientali, di sicurezza e sociali si attesta al 22,7% (principalmente ISO 9.001 e ISO 14.000). Eppure, tra coloro che si sono dotati di almeno una certificazione o bilancio sociale, nel 74,5% dei casi, non è stata data alcuna comunicazione della propria sostenibilità né esternamente all’azienda, né al proprio interno, segno evidente che non è per pubblicità o immagine, ma per convinzione profonda che si sceglie questo percorso”.
Dal report emergono anche alcune ombre, legate alla difficile congiuntura economica, continua Bandini “nel 2024 due terzi delle MPI emiliano-romagnole (il 62,5%) aveva almeno un investimento in programma. Un terzo è stato costretto a rivedere al ribasso le aspettative: il 16,5% delle MPI ha ridotto gli investimenti previsti e un ulteriore 15,6% li ha annullati o rimandati. Le voci di spesa con maggiori risorse per avvicinarsi a obiettivi di sostenibilità sono state principalmente l’acquisto e l’installazione di beni strumentali e macchinari (43,4%), l’acquisto di hardware e software (30,1%) e, nel 15% dei casi la realizzazione di opere edili e impiantistiche – e conclude -. Confartigianato sta predisponendo uno strumento di rendicontazione sociale a misura di micro e piccolissime imprese, con indicatori più aderenti al contesto e alle realtà economiche che rappresentiamo”.