Gli esclusi dalla discoteca a Capodanno: «Decisione razzista, l’unico straniero ‘bianco’ infatti è entrato»

discoteca controsenso

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

«Scrivo a nome dei miei studenti, che vorrebbero portare all’attenzione dei vostri lettori la seguente precisazione. Di seguito riporto il loro testo, condiviso da me nella totalità dei modi e dei contenuti. Come ormai tanti forlivesi sapranno, la notte di Capodanno, assieme a un gruppo di amici di colore, mi è stato impedito di entrare al Central. Una volta diffusa la notizia, il locale, invece di scusarsi, si è giustificato attaccandoci, dicendo che in passato avremmo creato problemi gravissimi: risse, spaccio e spray al peperoncino. Accuse gravissime ed estremamente infamanti, finite persino sulla prima pagina dei quotidiani, che non hanno nulla di vero».

«Io e i miei amici non siamo mai stati prima d’ora dentro a quella discoteca, e quindi mai avremmo potuto creare difficoltà, e men che meno abbiamo mai avuto problemi di alcool o droghe. Queste accuse indegne hanno dato il pretesto a una serie di furiosissimi attacchi sui social da parte di chi non vedeva l’ora di puntare il dito su giovani ragazzi di colore accusati di essere problematici. Un odio razziale accecante che priva alcune persone anche del dubbio, che poteva venire in mente da un ragionamento logico molto semplice: fossimo stati ragazzi così problematici, avremmo chiamato noi la Polizia e le forze dell’Ordine nel tentativo di entrare nel locale?»

«Siamo stati noi a cercare la tutela della legge, non il locale. La verità è infatti un’altra: siamo un gruppo di tranquilli studenti delle superiori, dei quali solo a uno è stato permesso di entrare. “Casualità” vuole che l’unico di noi al quale è stato concesso l’ingresso fosse l’unico straniero bianco di pelle. Per fortuna accanto a una minoranza rumorosa e razzista è arrivata anche tanta comprensione e solidarietà dalla parte migliore della città: a loro rivolgiamo i nostri ringraziamenti e l’augurio di non farsi sovrastare mai dall’odio. Grazie a questa maggioranza di persone perbene, Forlì è la bella città che conosciamo, che sa anche accogliere e integrare nuove generazioni».

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