
«La democrazia Cristiana di Forlì non può tacere su un problema, quello di accumulare energia elettrica che sempre più serve a coprire i bisogni del forese, accumulo che richiede pacchi di batteria notevoli che presentano tecnicamente dei rischi legati a una elevate autoaccensione, ed è qui che emerge l’altro problema, problematica che si presenta nella stessa modalità di due facce sulla stessa moneta. La domanda da porsi è relativa ai bisogni di energia affiancati ai rischi che corre la comunità che vive tutto attorno al sito, i rischi sono notevoli in caso di incendio, si rischia la dispersione di vapori che se respirati hanno un’alta probabilità di mortalità pressoché immediata ed è ovvio che data la dimensione dell’impianto l’area a rischio è estremamente vasta, non va dimenticato che spegnere un incendio scaturito da batterie al litio con le tecnologie attuali è pressoché impossibile» è il commento di Daniele La Bruna coordinatore della Segreteria Provinciale della Democrazia Cristiana Forlì-Cesena.
«È vero che i vigili del fuoco hanno dato un parere favorevole. È sicuramente vero che ogni azione di sicurezza è stata valutata e posta in essere nel progetto come è altrettanto vero che esistono gli incidenti prevedibili e attenzionati ma purtroppo inevitabili nel protrarsi del tempo a causa di errori umani di trascuratezze nelle manutenzioni. Vorrei portare alla mente quello che fu posto come problema dalla cittadinanza quando fu riportato a un utilizzo coerente con la sua esistenza l’aeroporto di Forlì, il fatto che fosse circondato da abitazioni, allora la risposta fu che l’aeroporto esisteva ben prima che si edificasse attorno all’area e, che grazie all’esistenza dello stesso edificare e comprare le abitazioni in quella zona costava decisamente meno» argomenta La Bruna.
«Avendo a memoria la circostanza aeroportuale va considerato che l’impianto viene creato in un’area già abitata, che comporta dei rischi per chi è già presente, ma non solo, comporta a una perdita di valore alle proprietà esistenti. È guardando queste concrete negatività che come Democrazia Cristiana pensiamo che forse è necessario rivalutare la locazione dell’impianto. Ci rendiamo conto che tutto ciò è un aggravio di costi per la società proprietaria dell’impianto che comunque guadagnerà con la vendita dell’energia accumulata» conclude Daniele La Bruna.