È un classico ascoltare, dalla voce di amministratori pubblici pro tempore, locali o nazionali: “non è colpa nostra: abbiamo ereditato i problemi”. Vero. Ma questa è la norma. Amministrare significa entrare nel vagone di un treno in corsa, e cercare di orientarlo. Nessuno parte da zero. Chi lo pensa è uno stupido e chi lo dice (durante le elezioni) è in malafede.
L’amministratore pro tempore prende il buono e il cattivo, onori, oneri e soprattutto tutte le responsabilità. D’altronde, nessuno lo ha obbligato. Ha scelto. E quindi deve rispondere della quota di bene pubblico che gli è stata affidata. Pessimo affare per i demagoghi.
Roberto Balzani