
La mostra “1914-1915 Fulcieri e la sua guerra – L’interventismo e l’Italia in guerra. Neutralisti, volontari e propaganda” che si terrà al Sacrario dei Caduti di Forlì in Corso Diaz 95 dal 15 al 28 febbraio dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle ore 16,00 alle 19,00, con inaugurazione alle ore 11 di sabato 15 febbraio, è costituita da pannelli esplicativi, apparati iconografici, video, documenti e cimeli originali. Alle ore 11,30 di sabato 15 febbraio Marco Nardini terrà una conversazione ove presenterà la mostra rispondendo alle domande dei presenti. Potranno essere svolte visite guidate prenotando al numero 3498499000.
«Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l’Italia dichiara la propria neutralità all’interno dello schieramento del la Triplice alleanza, ossia Germania e Austria-Ungheria. Il movimento a favore dell’entrata in guerra, ovvero l’Interventismo, si sviluppa quindi tumultuosamente all’inizio del 1915 in opposizione alle correnti neutraliste, contando al suo interno elementi di provenienza piuttosto eterogenea: democratici e liberali antigiolittiani che chiedono di terminare il Risorgimento con la liberazione di Trento e Trieste, nazionalisti che reclamano l’affermazione della potenza italiana, identificando inizialmente il nemico negli Stati dell’Intesa più che negli Imperi centrali, intellettuali e letterati con alla testa Gabriele D’Annunzio, futuristi socialisti ed ex socialisti influenzati dal sindacalismo rivoluzionario, tra cui quali spicca naturalmente Benito Mussolini, ed infine i profughi delle terre irredente, a partire da Cesare Battisti. Il movimento, pur rappresentando una minoranza, avrà una parte importante nel determinare il clima sociale e influenzare il livello governativo in modo da rendere possibile nel 1915 l’entrata in guerra contro la volontà della maggioranza degli italiani. Se i primi mesi del 1915 sono dominati nell’ambito diplomatico dalle incertezze е dal «sacro egoismo» dei maggio ri leader italiani uniti alla tradizionale ambiguità della politica estera italiana, il maggio 1915, con l’affermarsi dell’agitazione interventista е la sconfitta dei neutralisti prima nelle piazze е poi in parlamento, è stato spesso interpretato da più parti come una «rottura» nei principi dello stato liberale, un grave vulnus istituzionale, che avrebbe anticipato la marcia su Roma del 1922. Occorre allo stesso tempo tenere in mente che le settimane che tra la fine di aprile е la fine di maggio sono il risultato di uno stretto е ineludibile intreccio di azione diplomatica, politica in terna, dinamiche sociali е culturali che avrebbero segnato е condizionato in maniera indelebile la successiva storia d’Italia. In questa mostra ripercorriamo le tappe principali di quell’anno cruciale cercando di mostrare le varie forze che portarono al cosiddetto “radioso maggio” e all’entrata in guerra dell’Italia, tra piazze e giornali, oratori e giochi di palazzi, uno spartiacque della storia italiana nella politica dei decenni successivi» [testi di riferimento Antonio Varsoni Radioso Maggio, Il Mulino 2015 e Gian Enrico Rusconi L’azzardo del 1915, Il Mulino 2005].