La protesta. La proroga per la raccolta della legna lungo i fiumi è incomprensibile

legname nei fiumi

«La proroga della regione Emilia-Romagna alla raccolta della legna nei fiumi, a causa di alluvioni vecchie di quasi due anni, appare come un tentativo di salvare i cavoli della regione, laddove la capra invece resta invero in dubbio ruolo. Ad onesto suffragio della necessità della proroga sarebbe stato congruo pubblicare il numero delle richieste inoltrate dai residenti ovvero le verifiche del servizio tecnico di bacino della Romagna nelle aree dove fossero stati già fatti i prelievi di legname, tanto da convincerli alla proroga. Diversamente a giudicare dalla situazione contingente delle tonnellate di legname lasciato dalla regione accatastato da circa due anni dopo il taglio degli alberi ed inspiegabilmente mai rimossi, potrebbe sembrare una boutade per prendere tempo oppure un escamotage per ridurre le spese che la regione avrebbe dovuto erogare per rimuovere le cataste stesse» è il commento di Raffaele Acri vicecoordinatore del Quartiere Resistenza.

«L’ipotesi che non vuole essere malevola deriva dalle limitazioni davvero stringenti imposte dalle stesse norme regionali per l’utilizzo delle stufe o camini, in aggiunta a quelle di Arpa per il contenimento del PM10. Per quale vantaggio quindi un cittadino dovrebbe utilizzare un proprio mezzo, raggiungere con ogni difficoltà e pericolo gli argini dei fiumi sconnessi dall’alluvione, oltre al lavoro ed il carburante per motosega laddove il legname non può essere utilizzato? Anche nei casi dove il legname è stato accatastato in posti agevoli per l’eventuale prelievo, nessuno per le ragioni citate, ritiene conveniente raccoglierlo. La proroga diffusa ha valenza, se non diversamente spiegato, solo per la regione che si è costruita verosimilmente un alibi per lasciare dove sono le cataste di legname fino alla fine dell’anno con tutte le difficoltà connesse sia di ricostruzione dei guadi, come quello sul fiume Montone distrutto dalla piena, ma anche dell’utilizzo dei sentieri come la via Carlo Forlanini ingombrato dalle cataste di legname lasciate dalle ditte appaltate dalla regione. Si spera quindi che la regione oltre alla proroga disponga anche lo sgombero delle cataste citate oppure spieghi come il legname raccolto possa essere utilizzato in ossequio o in deroga alle norme regionali vigenti» conclude Acri.

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