Bentivogli a Carradori: «La sanita regionale non è più ai livelli d’eccellenza del passato»

Albert Bentivogli Lega

Manca la chiusura del cerchio. Investire sull’ampliamento di un presidio sanitario per poi lasciarlo sotto organico di personale medico e infermieristico segna comunque una frattura organizzativa. Va bene ampliare e creare nuovi spazi dedicati, preoccupante è non poterli utilizzare a pieno ritmo con personale specializzato e, soprattutto, con una buona organizzazione che in questi anni nell’Asl Unica della Romagna è certamente mancata”. Così in una nota il capogruppo della Lega in Consiglio comunale Albert Bentivogli.

Il problema viene da lontano. Il direttore generale dell’Asl Unica romagnola Tiziano Carradori forse dimentica che, durante l’audizione in Consiglio comunale da lui stesso citata, era stata evidenziata la forte carenza di personale che avrebbe messo in crisi il nostro servizio sanitario e che una sua implementazione avrebbe risolto l’annoso problema delle interminabili liste di attesa. È certamente vero, e noi lo denunciamo da tempo, che oggi c’è carenza di medici determinata da scelte politiche poco lungimiranti assunte in anni passati, ma nel sistema sanitario romagnolo i deficit sono determinati anche da errori di pianificazione e di ottimizzazione delle risorse. Regione e Ausl Romagna hanno oggi l’obbligo morale di mettere a punto un progetto organizzativo che vada a focalizzarsi sulle priorità” insiste il consigliere comunale del Carroccio.

Quindi stop alle solite lamentele per scaricare colpe inesistenti di mancati finanziamenti dall’attuale governo. È ora che la dirigenza sanitaria locale e regionale si assuma la responsabilità della situazione fallimentare dell’Area vasta romagnola. Il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, al di là della propaganda, non è più ai livelli di eccellenza del passato. Oggi ci superano Regioni più virtuose come Veneto e Lombardia. Serve un segnale forte di inversione di tendenza che non può che partire da un’assunzione forte di personale, dall’abolizione del numero chiuso alla facoltà di medicina e dalla buona gestione delle risorse economiche da parte delle politiche regionali” conclude Bentivogli.

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