
In provincia di Forlì-Cesena, al 31 dicembre 2024, operano 7.294 imprese attive del settore “Commercio” che rappresentano il 20,6% del totale (20,9% in regione e 24,7% in Italia). La numerosità, rispetto al 2023, risulta ancora in diminuzione (‑1,6%) anche se in maniera meno accentuata rispetto a quella regionale (‑2,2%) e nazionale (‑2,7%). Nel corso del 2024 in provincia sono state registrate 296 iscrizioni a fronte di 511 cessazioni (non d’ufficio), per un saldo negativo di 215 unità. Rispetto al 2023, le iscrizioni sono aumentate del 12,1% e le cessazioni del +0,4%.
Per ciò che riguarda la natura giuridica, il 62,8% sono imprese individuali, il 18,4% società di capitale e il 18,1% società di persone; rispetto al 2023 si rileva un incremento delle società di capitale (+1,7%) mentre risultano in flessione sia le imprese individuali (‑2,1%) sia le società di persone (‑3,0%). Il commercio al dettaglio in particolare è caratterizzato da una prevalenza di imprese individuali (69,0%) e da un’incidenza del 9,8% di società di capitale, il commercio all’ingrosso invece è costituito al 60,1% da imprese individuali e dal 27,9% da società di capitale (alle quali corrisponde ben il 61,7% degli addetti di tale settore). In provincia vi sono poi 13 cooperative operanti nel commercio all’ingrosso con una media di 98 addetti.
Le imprese operanti nel commercio al dettaglio rappresentano quasi la metà del settore (48,9%) e rispetto all’anno precedente sono diminuite del 2,4% (‑2,6% in regione e ‑3,5% in Italia). In particolare, con riferimento alle principali tipologie di negozi specializzati (incidenza del 63,7% sul commercio al dettaglio e variazione del ‑3,9%), rispetto al 2023 si assiste, in ordine di importanza, a una diminuzione della maggior parte di queste: ‑5,0% i negozi di abbigliamento, ‑2,4% le tabaccherie, ‑1,4% le ferramenta, ‑8,2% le edicole, ‑2,3% i negozi di mobili, ‑3,6% le macellerie, ‑2,4% quelli di frutta e verdura, ‑2,4% le profumerie ed erboristerie, ‑7,4% i negozi di calzature, ‑7,6% i fiorai/negozi per animali, ‑9,0% i distributori, ‑1,7% quelli di articoli sportivi, ‑3,6% le pescherie, ‑4,8% i negozi di prodotti per la telefonia, ‑11,1% le sanitarie e ‑9,1% quelli di bevande.
Aumentano solo le farmacie (+2,8%) e le librerie (+3,2%). Tra i negozi non specializzati, risultano stabili quelli che commercializzano in prevalenza prodotti alimentari (supermercati), rappresentano il 6,9% del commercio al dettaglio, mentre aumentano (+7,9%) quelli non alimentari (grandi magazzini ed empori) che però hanno un’incidenza minore (2,3%). Le imprese attive del commercio al dettaglio ambulante (incidenza del 17,7% sul commercio al dettaglio) sono diminuite del 3,2% (‑4,9% a livello regionale e ‑6,1% in Italia). Infine, in provincia aumentano del 5,9% (in regione del +3,9% e in Italia del +6,1%) le imprese che svolgono e-commerce (sono il 7,5% del commercio al dettaglio).
Le imprese attive nel commercio all’ingrosso (38,5% del totale commercio) registrano una diminuzione del 2,2%, migliore delle variazioni negative registrate in Emilia-Romagna (‑2,5%) e in Italia (‑2,4%). Infine, le imprese del commercio e riparazione di veicoli, che costituiscono il 12,6% del totale del settore in provincia, rilevano un aumento (+3,8%) in controtendenza con l’andamento negativo nazionale (‑0,3%) e la quasi stabilità regionale (+0,2%). Il settore del commercio nel suo complesso impiega il 19,5% del totale degli addetti, e le imprese attive della provincia assorbono l’11,8% degli addetti regionali del settore. Nel commercio al dettaglio provinciale si colloca il 54,0% degli addetti totali del commercio, il commercio all’ingrosso ne occupa il 35,4% e le imprese attive del commercio e riparazione di veicoli ne occupano il 10,5%.
L’analisi congiunturale, elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna, premesso uno scenario strutturalmente difficile e molto complesso che purtroppo prosegue da anni, rileva nel 2024 una certa stabilità delle vendite del commercio al dettaglio (‑0,1% la variazione media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti). Tale risultato è stato determinato da variazioni trimestrali tendenziali delle vendite negative nei due trimestri centrali e recuperate in parte con la variazione positiva nel quattro.
In termini di variazione media annua 2024, si riscontra una leggera crescita (+0,8%) per le vendite del commercio al dettaglio di prodotti alimentari e per quelle negli iper, supermercati e grandi magazzini (+1,1%). In leggera flessione, invece, le vendite del commercio al dettaglio non alimentare (‑0,8%). Secondo la dimensione delle imprese, le vendite della piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) hanno registrato una leggera diminuzione media annua dello 0,7%, quelle della media distribuzione (da 6 a 19 addetti) sono risultate stabili (+0,1%) e, infine, quelle della grande distribuzione (imprese con almeno 20 addetti) in lievissima crescita dello 0,4%.