Monti: «Sul carcere servono verità e responsabilità non propaganda»

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Apprendiamo dalle dichiarazioni dell’onorevole Buonguerrieri, che finalmente i lavori per la realizzazione del nuovo carcere di Forlì ripartiranno e che la loro conclusione è prevista tra circa tre anni e mezzo. Accogliamo positivamente l’annuncio, ma respingiamo con forza l’ennesimo tentativo di attribuire la colpa dei ritardi alle passate amministrazioni di centrosinistra, che nulla hanno avuto a che fare con le cause reali di questi blocchi, tentativo che è solo sterile propaganda politica utile per gettare fumo negli occhi ai cittadini”. Così il segretario del Pd forlivese, Enrico Monti.

I ritardi accumulati negli anni sono ben documentati e dovuti a ricorsi tra imprese, problemi contrattuali, fallimenti aziendali, ritrovamenti archeologici e lungaggini burocratiche statali. La competenza è sempre stata nazionale, in capo al Ministero e agli uffici tecnici centrali, e non imputabile né gestibile a livello comunale. Vogliamo ricordare infatti – prosegue Monti – che i lavori del cantiere, che va avanti da 20 anni, sono ripartiti anche con le ultime amministrazioni forlivesi di centrosinistra, che hanno sempre sollecitato e seguito con grande impegno l’avanzamento, anche tramite i rappresentanti di centrosinistra in Parlamento”.

Siamo invece stupiti che, mentre si annunciano traguardi lontani, nessuno si assuma oggi la responsabilità di affrontare i problemi reali e urgenti del carcere attuale, a partire dalle sue gravi criticità strutturali e organizzative. Ricordiamo che Forlì ospita l’unico carcere femminile della Romagna, con bisogni specifici ancora non adeguatamente presi in carico ed è l’unico istituto penitenziario della Romagna a garantire copertura sanitaria H24, accogliendo molti detenuti con patologie croniche da altri territori – spiega Monti -. La carenza di personale medico rende difficile coprire i turni, costringendo a ricorrere frequentemente alla guardia medica, come verificato anche dalle varie associazioni che monitorano e segnalano queste situazioni. Le condizioni complessive rendono difficile il lavoro di tutto il personale penitenziario, che opera ogni giorno in situazioni di grande pressione, spesso senza il necessario supporto istituzionale”.

Grave e simbolico è inoltre l’atteggiamento della maggioranza consiliare che, lo scorso 30 aprile, ha abbandonato l’aula prima ancora di discutere la nostra mozione per l’istituzione del garante delle persone detenute, figura fondamentale per garantire diritti, sicurezza e percorsi di reinserimento e sollecitata più di un anno fa anche dal Garante regionale. Abbandonare l’aula significa fuggire dai problemi, governare significa invece affrontarli con coraggio e responsabilità. Il Partito Democratico di Forlì continuerà a lavorare per costruire risposte concrete, perché una città giusta si misura anche da come tratta chi vive ai margini”, prosegue il segretario Dem, al quale si unisce si unisce il gruppo consiliare del Pd che aveva presentato la mozione osteggiata da FdI.

Alle dichiarazioni roboanti della deputata Buonguerrieri siamo purtroppo abituati, ha infatti esultato anche per l’avanzamento del terzo lotto della Tangenziale Est, imputandolo all’impegno concreto del governo Meloni. L’onorevole di Fratelli d’Italia dimentica, o finge di dimenticare, una verità semplice: quel cantiere esiste grazie al lavoro avviato anni fa da altri. Nel mandato Drei, nel 2017, Forlì ottenne dal governo Gentiloni un investimento diretto di 102 milioni di euro da Anas per collegare San Martino in Strada all’Ospedale Morgagni e all’area produttiva del Quattro. Un’opera pensata, progettata e finanziata dal centrosinistra, con il contributo decisivo del Comune, della Regione e di amministratori locali che misero sul tavolo altri 20 milioni. E intanto, nel 2014, si tagliava il nastro del quarto lotto: un altro traguardo firmato centrosinistra, che ha alleggerito il traffico urbano e cambiato la mobilità cittadina” conclude Monti.

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