Scogli a Bernaroli: «Dichiarazioni false e ha persino dimenticato di essere stato protagonista diretto»

Filippo Scogli Insieme per Bertinoro

Le affermazioni di Giorgio Bernaroli sulle Terme di Fratta, hanno fatto imbufalire il candidato sindaco per la lista “Insieme per Bertinoro” Filippo Scogli. «Giorgio Bernaroli, assessore dal 2006 al 2011 e poi vicesindaco con delega al bilancio e alle partecipate fino al 2013, conosceva nei dettagli ogni passaggio della vicenda. Non solo ne fu parte attiva, ma anche sostenitore convinto. È stato lui a seguire, insieme all’intera Giunta di allora, la cessione del pacchetto azionario del Comune e la vendita del parco, e ora vorrebbe dare la colpa ad altri? È evidente che le sue dichiarazioni non rispecchiano la realtà, ma rispondono solo a bieche logiche elettorali» è l’attacco a gamba tesa di Scogli.

«Nel 2001 lo stabilimento termale di Fratta Terme – ricorda Scogli – passò al Comune (fino a quel momento era di proprietà Inps). Il Consiglio comunale di allora, votando sempre all’unanimità, si impegnò a trovare le forme più appropriate per rilanciarlo, dando mandato alla Giunta di procedere attraverso bando pubblico per selezionare un socio privato, che doveva presentare un piano di rilancio, per un patrimonio che allora valeva complessivamente 1.250.000 euro. Dopo due tentativi andati a vuoto con bando pubblico, si procedette con una trattativa privata valutando positivamente il progetto di quella che poi venne nominata Soc. Terme Valley. Le Terme funzionarono perfettamente dando lavoro a più di 60 persone fino al 2021, post-covid, quando la società presentò la richiesta di concordato preventivo, approvato da tutti i creditori».

Per garantire la continuità della struttura durante il periodo di espletamento delle aste per la vendita, la liquidatrice nominata dal Tribunale affidò tramite contratto d’affitto di ramo d’azienda, la gestione ad una società, che partecipò all’avviso pubblico. «Da quel momento – continua il candidato sindaco – i rapporti della società di gestione sono regolati esclusivamente dai rappresentanti del Tribunale (liquidatrice, commissario giudiziale) con l’obiettivo di avviare la procedura di asta pubblica per la vendita dello stabilimento, mantenendo attivo il ramo d’azienda. Il valore del complesso termale era stato quantificato da perizia in 7.400.000 euro. La prima asta venne esperita prima degli eventi alluvionali del maggio 2023 ed andò deserta. Prima della nuova asta intervenne l’alluvione danneggiando gli impianti della struttura e comportando danni ingenti stimati in circa 2 milioni di euro, il che rese impraticabile la riapertura».

«La chiusura fu dovuta all’alluvione contrariamente a quanto millantato a mezzo social da una candidata consigliera della lista di Bernaroli. L’Amministrazione comunale, nonostante fosse mero creditore chirografario, ha sempre mantenuto un rapporto stretto con la liquidatrice: la sindaca Allegni ha sempre partecipato al tavolo dei creditori difendendo il mantenimento della vocazione termale della struttura e tenendo i rapporti con la struttura commissariale per giungere all’obiettivo di vedere riconosciuti al futuro proprietario i fondi per la ricostruzione. Oltre a questo sono state organizzate commissioni consiliari sul tema alla presenza della liquidatrice. Nel frattempo venivano bandite le nuove aste fino ad arrivare all’ultima, che aveva un aggiudicatario. Il fatto che questo non abbia poi corrisposto l’importo dovuto nei tempi richiesti, non è certo una colpa ascrivibile all’Amministrazione comunale. Se Bernaroli pensa questo, lo dica chiaramente e se ne assuma le responsabilità. Non solo, quindi, il candidato ha fatto dichiarazioni che non corrispondono al vero, ma ha persino dimenticato di essere stato protagonista diretto delle scelte che oggi contesta. Per chi si candida a guidare un Comune, non è un buon punto di partenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *