«È davvero singolare che ogni volta che si approccia al sistema che regola le visite specialistiche della Asl Romagna si scopre una nuova disorganizzazione. L’accesso al sistema di erogazione dei servizi di visite specialistiche, infatti, è pressoché completamente digitale e l’utente potrebbe seguire l’iter anche senza uscire dalla propria abitazione. Dopo aver contattato il medico curante, quest’ultimo volendo può valutare anche da remoto l’invio del paziente dallo specialista, inserendo la richiesta sul fascicolo sanitario ed il paziente può scaricarlo, recandosi successivamente presso una delle tante farmacie che svolgono il servizio CUP oppure presso la Asl per scegliere data ed orario della visita che meglio si attagliano, pagando anche con l’home banking il ticket, evitando la fila allo sportello o macchinetta automatica.
Il sistema quindi potrebbe apparire ottimizzato ma la burocrazia che si autoalimenta realizza invece la propria trappola al paziente, costringendolo inusitatamente ed incredibilmente a trascorrere 45 minuti di fila se va bene, prima della visita per registrarsi all’accettazione visite specialistiche. Circa 150 persone in attesa di essere chiamate (prima del mio turno), mi spiega un’addetta, per verificare l’identità del paziente tramite la tessera sanitaria ed allineare la richiesta del paziente con lo specialista assegnato. Un incredibile imbuto che inficia tutto il vantaggio della digitalizzazione costruita per agevolare il paziente che l’impiegata stessa, mentre lamenta la farraginosità del software di gestione, mi spiega che potrebbe essere ovviato con il pagamento automatico per il ticket ovvero inerendo la tessera sanitaria e leggendo il codice a barre della prescrizione. In questo modo si alleggerirebbe la pressione sugli sportelli, con degli addetti che magari alla bisogna possano supportare l’utente in difficoltà per la registrazione» Raffaele Acri consigliere del Comitato quartiere Resistenza.