Ascom: “Per bar, ristoranti e alberghi è sempre più difficile trovare manodopera”

Alberto Zattini direttore Confcommercio Forli

Salari più bassi, diritti cancellati e, complessivamente, minori garanzie per chi lavora nei pubblici esercizi. Questo il quadro che emerge leggendo il Manuale sul Dumping Contrattuale nei Pubblici Esercizi, realizzato da FIPE-Confcommercio in collaborazione con Adapt e con il sostegno dell’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. La seconda edizione del volume, risponde all’espansione del dumping contrattuale nel settore dei pubblici esercizi: una crescita che si misura non solo in termini di numerosità dei CCNL non rappresentativi che riguardano il settore, 41 in totale, ma anche per il numero in termini assoluti di lavoratori a cui si applicano contratti nazionali di lavoro che anche la giurisprudenza ha recentemente definito come “pirata”.

Il CCNL sottoscritto dalla FIPE rimane ampiamente il contratto più applicato nel settore (oltre il 92%) e ogni forma di concorrenza in dumping sulle regole che disciplinano il rapporto di lavoro rappresenta un grave pericolo per la reputazione del settore stesso. Per questo motivo, il volume di FIPE, che attraverso la sede di Forlì da sempre mette in campo il proprio impegno sul territorio per applicare in maniera corretta il CCNL sottoscritto dalla Federazione, vuole sensibilizzare imprenditori e lavoratori alle dinamiche critiche del fenomeno. Il manuale riporta un’indagine che, attraverso una simulazione su dieci figure professionali, evidenzia gli evidenti divari retributivi e normativi derivanti dall’applicazione di alcuni “contratti pirata”.

Una simulazione certamente utile, soprattutto per gli addetti ai lavori, per contribuire alla messa a punto di un metodo di analisi capace non solo di riconoscere e analizzare il fenomeno ma anche di debellarlo, attraverso la leale e costante collaborazione tra corpi intermedi ed istituzioni. “Il Manuale sul Dumping Contrattuale nei Pubblici Esercizi rappresenta un testo tanto attuale quanto necessario per far fronte alla pericolosa diffusione di un fenomeno che non solo erode le tutele dei lavoratori dipendenti, riducendo i minimi salariali e le altre forme di tutela di natura normativa, ma mette in atto un meccanismo di concorrenza al ribasso che penalizza ulteriormente le imprese del settore. Dumping che si aggiunge purtroppo a una cronica mancanza di manodopera, che provoca chiusure anticipate delle attività e turni ridotti”, ha dichiara Andrea Zocca presidente di FIPE Confcommercio Forlì.

Zocca traduce poi tali parole in numeri: “Seconda una ricerca di Adapt contratti non rappresentativi del terziario (validi cioè per figure professionali quali camerieri, cuochi, addetti alle vendite), comportano mancate retribuzioni annue tra i 3 e i 4 mila euro, con punte di 6mila, e mancate contribuzioni previdenziali di circa 1.500 euro“.

In un momento storico di incertezza economica, FIPE Forlì rinnova il proprio impegno a collaborare con gli enti competenti in materia di controlli e ispezioni, l’Inps e l’Ispettorato del lavoro, per sostenere le imprese che applicano correttamente i contratti di lavoro e contrastare coloro che usufruiscono di contratti pirata che non rispettano i lavoratori e mettono a repentaglio la tenuta sociale ed economica del territorio. A tutto questo si aggiunge la difficoltà del reperire personale: il prezzo della mancanza di manodopera lo pagano ogni giorno di più le imprese del settore del turismo, del commercio e dei servizi – aggiunge Alberto Zattini (nella foto) direttore di Confcommercio -. Come associazione chiediamo una norma che renda obbligatoria l’applicazione dei contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative. Non è possibile che chi ha numeri irrisori sia messo sullo stesso piano di realtà serie e strutturate“.

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