Crisi climatica. Coldiretti: “Serve un piano invasi, a Forlì danni fino all’80%”

Coldiretti Forlì

Il nostro vigneto ha subito un danno stimato all’80%. Avevamo appena finito di mietere i cereali per fortuna, appena il giorno prima della fortissima grandinata di ieri, anche se il caldo anomalo e la mancanza d’acqua ne avevano compromesso la resa, l’evento calamitoso di ieri, però, ha distrutto tutto: orto e vigneto hanno danni che compromettono fino all’80% del raccolto”. A parlare è Rino Valli, 63 anni, agricoltore da sempre e titolare dell’azienda agricola Valli Rino a Roncadello, nel territorio forlivese.

Un’altra testimonianza concreta del prezzo salato che il clima sta facendo pagare all’agricoltura italiana, in un 2025 segnato da quasi mille eventi climatici estremi tra siccità e nubifragi, come rilevato dall’Osservatorio CittàClima. Un contesto in cui l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a investire con decisione nella prevenzione rappresenta un richiamo fondamentale. “Condividiamo con forza le parole del Capo dello Stato – afferma Massimiliano Bernabini presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – perché non possiamo più limitarci a rincorrere le emergenze. Serve un grande piano nazionale per la realizzazione di invasi multifunzionali, capaci di raccogliere e conservare l’acqua piovana per contrastare sia la siccità che i fenomeni di piogge intense, sempre più violente e concentrate”.

Coldiretti sottolinea che la garanzia dell’acqua è centrale per l’agroalimentare italiano, con circa il 41% del valore aggiunto agricolo derivante da produzioni irrigue. Oltre alla realizzazione di nuovi bacini, è necessario investire anche in innovazione, digitalizzazione e tecnologie di agricoltura di precisione, per ottimizzare l’uso delle risorse e rendere le imprese più resilienti. “Abbiamo bisogno anche di strumenti concreti e innovativi – aggiunge Alessandro Corsini direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – come le nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea), che permettono di sviluppare varietà più resistenti a stress climatici e ridurre l’uso di fitofarmaci”. La crisi climatica non è più un’allerta futura, ma una realtà quotidiana che colpisce in modo diretto chi lavora la terra. “Oggi più che mai – conclude – prevenzione e investimenti strutturali sono una priorità nazionale: per la sicurezza alimentare, per il territorio e per il futuro di migliaia di imprese agricole come quella di Rino Valli”.

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