
«Questa mattina mi sono imbattuto in un misterioso sbancamento degli argini del fiume Montone a pochi metri dal guado crollato nel 2023 che separa la via Anzani da quella di via Carlo Forlanini. Dopo essermi ripreso dalla delusione per aver realizzato che non si trattava dello sperato rispristino dell’atteso ponte per consentire il passaggio di pedoni e ciclisti, ho cercato inutilmente il cartello che normalmente illustra i lavori ed i mandatari, posto che la competenza degli argini come è noto sia della Regione Emilia Romagna, la stessa che aveva dichiarato che i lavori sul fiume erano impediti dalla presenza di “oggetti di metallo non identificati” che potevano essere ordigni della seconda guerra mondiale, non bonificati» è la segnalazione di Raffaele Acri consigliere del Quartiere Resistenza.
«Attendiamo quindi che la Direzione del Genio Civile regionale, renda noto anche al comitato di quartiere della tipologia dei lavori in essere, informando anche magari i vertici del Partito Democratico in modo da renderli edotti di cosa accade dopo la recinzione del parco urbano, poiché di solito hanno l’abitudine di fermarsi all’interno, allo scopo di restare nelle competenze del Comune e poter avere la possibilità di una critica evidentemente strabica. L’informazione sui lavori sempre a causa del mancato chiarimento dell’ubicazione degli ordigni citati a mezzo stampa da Sara Vannoni responsabile dell’ufficio provinciale dell’Agenzia e confermato in sede di incontro pubblico, appare necessaria laddove l’area dovrebbe essere posta in sicurezza, in luogo della vicinanza del parco urbano e della alta frequenza di cittadini. La speranza sarebbe anche quella che le ditte impiegate portassero finalmente via le cataste di legname accumulato lungo gli argini dai precedenti lavori ivi compreso il pesante arbusto infradiciato che incombe sulla incolumità dei passanti della via Anzani» conclude Acri.