Messa in sicurezza o scempio? Dubbi sull’ex Caproni

amin della caproni

«A Predappio proseguono i lavori di messa in sicurezza della facciata. L’intervento costa quasi 150.000 euro e, nonostante l’investimento considerevole, continua a sollevare pesanti perplessità. Già criticato per la sua invasività con ampie porzioni della struttura asportate, il cantiere mostra ora problematiche difficili da ignorare. Uno dei supporti che sorregge la struttura appare attraversato da una frattura netta, praticamente spezzato in due, mentre un secondo presenta una crepa meno profonda ma comunque evidente. Di fronte a simili evidenze, è lecito chiedersi se un intervento nato per garantire stabilità stia davvero raggiungendo il suo scopo o se non stia creando nuovi motivi di preoccupazione.

Ancora più grave è la questione delle parti asportate. Si tratta di un’operazione oscena e vergognosa, considerando che questo lavoro avrebbe dovuto essere orientato alla preservazione. Quale logica può giustificare un progetto di conservazione che prevede la rimozione anche minima di elementi originali della struttura? Qualcuno, prima o poi, dovrà farsi carico della responsabilità di aver taciuto di fronte a uno scempio simile.

A rendere il quadro ancora più desolante è il silenzio delle istituzioni locali. Nessun aggiornamento spontaneo è arrivato da chi dovrebbe vigilare e informare. Capisco che l’ex Caproni sia sulla carta una proprietà demaniale, ma di fatto si tratta di un edificio situato nel cuore di Predappio, visibile ai cittadini sia passando in macchina sia durante una semplice passeggiata. Gli unici aggiornamenti continui sono stati diffusi su Facebook dalla pagina “Caproni le ali della Romagna“, che nell’ultimo mese ha girato foto e notizie non solo sui propri canali, ma anche in diverse chat e gruppi, facendo arrivare informazioni concrete dove le istituzioni non hanno mosso un dito.

È paradossale che il cantiere sia stato seguito con maggiore attenzione dagli appassionati e dalla gente comune che da chi, per ruolo, avrebbe il dovere di occuparsene. Nel frattempo la facciata continua a spingere in avanti come se la Caproni volesse ribellarsi a un intervento tanto mal concepito. Mi tocca ribadire quanto detto tempo fa: questo lavoro non è stato fatto per salvare la struttura, ma solo per evitare responsabilità in caso di crollo, della serie “se succede qualcosa non si potrà dire che non sia stato fatto niente”. Il paradosso è che i tempi di quel crollo, con questo “stupendo capolavoro”, sembrano essersi solo accelerati».

Amin “Della Caproni”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *