
“Non ce la faccio più“, “mi sento da solo a combattere questa battaglia“, “nessuno mi capisce” oppure “che ne sarà di mio figlio dopo di me“. Queste, e tante altre domande, continuano a ruotare nelle teste dei familiari di persone con disabilità; il senso di solitudine e di non comprensione può, alcune volte, essere opprimente.
Così come può essere difficile trovare persone in grado di capire l’unicità, la singolarità o la bellezza nella disabilità. La Fondazione Don Pippo vuole essere un luogo in cui poter accogliere queste domande e difficoltà, un luogo in cui ci si può sentire capiti ed accolti in cui poter imparare dagli altri o dai professionisti. Il progetto “Psico Anch’io” nasce sia per dare risposte alle domande più pressanti sia perchè alla Don Pippo crediamo che i progetti di vita delle persone con disabilità possano essere portati avanti solo se, oltre alle persone interessate, anche tutta la famiglia viene coinvolta e persegue gli stessi obiettivi.
Siamo però consapevoli della grande fatica che queste famiglie devono affrontare ogni giorno affinchè i loro figli raggiungano maggiori autonomie e siano felici; e non devono essere felici solo i figli, ma anche i loro familiari a cui spetta un lungo percorso.
Per sostenere e valorizzare questo compito, alla Don Pippo, da tempo abbiamo iniziato ad organizzare e a proporre incontri con le singole famiglie e in gruppo. Questi ultimi si sono trasformati, da qualche mese, in incontri rivolti soprattutto alle mamme con il titolo “Mamme all’Opera… ci rimbocchiamo le maniche o stacchiamo la spina?”
Sono incontri mensili in cui le mamme (sia dei ragazzi che frequentano i nostri servizi, sia di ragazzi che non conosciamo) condividono pensieri, emozioni, esperienze e soprattutto domande su di loro e sui loro cari. Questa condivisione, non ha la pretesa di risolvere tutti i problemi, ma vuole essere un occasione di confronto e di supporto che le mamme possono darsi reciprocamente, perchè si capiscono meglio dovendo tutte affrontare le stesse difficoltà. Gli incontri sono condotti da due psicologhe-psicoterapeute, che lavorano da anni alla Fondazione, il cui compito è di facilitare la comunicazione e raccogliere le proposte dei partecipanti su eventuali argomenti da affrontare.
Katia Liverani