
Oggi sabato 20 settembre si celebra in tutta Italia la 1° giornata nazionale degli IMI “internati militari italiani”. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, circa 600.000 militari italiani furono internati nei lager nazisti anziché essere considerati prigionieri di guerra. Essi rifiutarono di collaborare con lo Stato nazionalsocialista e con la Repubblica Sociale Italiana, subendo la prigionia e il lavoro coatto. La giornata nazionale degli IMI avrà pari dignità con la Festa della Liberazione del 25 aprile e la Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio.
Il portavoce nazionale del Popolo della Famiglia Mirko De Carli in merito dice: “finalmente il Parlamento italiano ha approvato lo scorso 8 gennaio questa importante commemorazione nazionale, ci sono voluti 82 anni affinché venisse tributata a questi validissimi soldati italiani la doverosa riconoscenza per non essersi asserviti al nemico, rinunciando alla libertà e allo status di prigionieri e finendo sfruttati come schiavi nelle fabbriche in Germania o in altri stati limitrofi d’Europa; molti di loro sono purtroppo morti, altri invece dopo la liberazione, denutriti e senza niente in tasca, sono riusciti a ritornare in Italia dalle loro famiglie e sono stati fautori primari della rinascita dell’Italia, veri antifascisti e vivaci combattenti dell’ideologia comunista che minacciava il nostro paese: uno fra tutti lo scrittore e giornalista emiliano Giovannino Guareschi“.
“Anche a Forlì è giusto che queste figure vengano adeguatamente celebrate“, aggiungono dal Popolo della Famiglia di Forlì. “Auspichiamo che, come viene già fatto per la ricorrenza della Festa della Liberazione e per la Giornata della memoria, le istituzioni e le scuole promuovano iniziative, mostre, documentari, per raccontare alle giovani generazioni questa importante storia che tanti nostri concittadini hanno vissuto. Sarebbe anche opportuno che in città esistesse un luogo (una via, una piazza, un giardino) dove onorare in modo tangibile il sacrificio di questi soldati per attribuire, dopo più di ottant’anni di ritardo, la giusta dignità al valore della vicenda storica degli Internati militari italiani“.