
“La sanità emiliano-romagnola è un patrimonio collettivo costruito nel tempo grazie alla competenza, alla professionalità e alla dedizione di migliaia di operatori. Un sistema che ha saputo garantire qualità, equità e fiducia anche nei momenti più difficili”. Così la consigliera regionale Valentina Ancarani del Partito Democratico è intervenuta oggi in Aula durante il dibattito sulla proposta della minoranza di istituire una commissione d’inchiesta sulla sanità regionale.
“Faccio fatica a riconoscermi nella descrizione caricaturale che è stata fatta del nostro sistema sanitario – ha dichiarato –. Parlare di inefficienze e sprechi non rende giustizia alla realtà dei reparti, degli ambulatori e delle Case della Salute, dove ogni giorno migliaia di professionisti assicurano assistenza con competenza e senso del dovere. I numeri diffusi ieri a Roma da Meridiano Sanità confermano che l’Emilia-Romagna è la regione più attrattiva d’Italia per la mobilità sanitaria, con un saldo positivo di 387 milioni di euro nel 2023, davanti a Lombardia e Veneto. Un dato che conferma la fiducia dei cittadini di altre regioni nei nostri servizi”.
Ancarani ha posto al centro del suo intervento il tema del personale sanitario, “vero cuore pulsante del sistema pubblico”. “Medici, infermieri, tecnici e operatori lavorano ogni giorno in condizioni complesse, con carichi sempre più pesanti. In Emilia-Romagna mancano almeno 1.300 infermieri e la carenza di personale si fa sentire ovunque. Se non si interviene su retribuzioni, percorsi di carriera e conciliazione vita-lavoro, continueremo a perdere professionisti formati qui per vederli andare nel privato o all’estero”.
“È un paradosso – ha aggiunto la consigliera Dem – che il pubblico formi figure altamente qualificate e poi non riesca a trattenerle. Servono politiche nazionali che rendano attrattivo lavorare nella sanità pubblica: stipendi adeguati, tutele, formazione continua e ambienti sicuri e sostenibili. Non possiamo continuare ad assumere con una mano e a perdere con l’altra”.
La consigliera ha poi ricordato le criticità strutturali del sistema sanitario nazionale: “Negli ultimi vent’anni la popolazione over 65 è raddoppiata, ma la spesa sanitaria non è cresciuta in proporzione. Con 2.700 euro pro capite, l’Italia resta sotto la media europea e solo il 4,2% della spesa pubblica è destinata alla prevenzione. Mancano oltre 175 mila tra medici, infermieri e operatori sanitari. È questa la radice delle difficoltà che anche le regioni più virtuose devono affrontare”.
“L’Emilia-Romagna ha reagito investendo – ha proseguito – ha potenziato la medicina territoriale, costruito Case e Ospedali di Comunità, stabilizzato personale e digitalizzato i servizi. Ma senza un finanziamento certo e strutturale da parte dello Stato, anche le regioni più virtuose non possono reggere a lungo. Il cosiddetto ‘definanziamento mascherato’ pesa anche sui bilanci più solidi”. Ancarani ha quindi ribadito che “non serve una nuova commissione d’inchiesta, dal momento che in Assemblea legislativa esiste già la Commissione IV Sanità, luogo istituzionale dove affrontare e approfondire in modo trasparente tutti i temi legati al sistema sanitario regionale. Servono invece responsabilità e collaborazione, un patto trasversale per la sanità pubblica che unisca maggioranza e opposizione nella difesa del Servizio sanitario nazionale. La sanità non è un costo, è un investimento civile e sociale. Difenderla significa garantire equità, diritti e fiducia nelle istituzioni”.
In chiusura, Ancarani ha lanciato un appello al governo: “Non chiediamo carità, ma un rapporto leale tra Stato e Regioni e un impegno stabile per il diritto alla salute. Ogni euro investito nella sanità pubblica genera valore sociale ed economico, riduce le disuguaglianze e rafforza la fiducia dei cittadini”.