
Si è appena inaugurata a Forlì, all’Oratorio di San Sebastiano, la rassegna “Riflessi 2025”, una mostra d’arte collettiva organizzata dall’Associazione Artisti Dovadolesi che da ben trent’anni propone un appuntamento annuale che mette in primo piano l’operato di artisti romagnoli e di artisti dovadolesi.
Sulle note di brani classici eseguiti al violino dal M° Daniele Brancaleoni, alla presenza delle autorità, gli artisti invitati hanno presentato brevemente al pubblico la poetica sottesa nei loro lavori. Cinque gli artisti di rilievo nazionale presenti con tre opere ognuno: Onorio Bravi (Portico di Romagna, 1955), Francesca Ceccarelli (Cesena, 1975), Felice Nittolo (Capriglia Irpina, 1950), Roberto Pagnani (Bologna 1970), Marisa Zattini (Forlì, 1956).
Collocate all’ingresso del quattrocentesco Oratorio di San Sebastiano, le tre opere di Francesca Ceccarelli indagano in modo personalissimo le favole di Biancaneve, Alice e il mito di Narciso. Lo specchio come protagonista rappresentato su carte acquarellate e rielaborazioni di carte antiche applicate come su antichi reliquiari. Decorazione artigianale e devozione spirituale per una riflessione meditativa raffinata.
Felice Nittolo e Roberto Pagnani sono di fatto due artisti ravennati d’adozione. Il primo opera da sempre con il mosaico, assunto come una autentica “passione fisica”. Traendo spunto dalla fertilità emozionale della tradizione bizantina Felice Fittolo ha dato corpo e nuova linfa a questa straordinaria tecnica musiva. Al di là del video che documenta la sua performance S01 in mostra possiamo ammirare due opere dove la maestria dell’artista emerge in tutta evidenza e le tessiture distillate seguono un ritmo compositivo raffinato.
Roberto Pagnani ha interpretato il tema “Riflessi” recuperando opere eseguite molti anni fa riattualizzandole con inserimenti materici nuovi: legni e smalti intesi come innesti temporali, riflessi ulteriori per Astolfo e la Luna, Dov’è il cielo e la Nave.
In Onorio Bravi è il riflesso della memoria che riemerge e interviene in questi tre recenti dipinti, tutti del 2024. Il luogo natale, ‘Razól’, posto sulle colline forlivesi, fra Portico e San Benedetto, i ricordi di una infanzia perduta, i gioiosi colori delle case frammezzate dal blu di strade-cielo disegnano le geometrie oniriche dell’artista. E qui tutto si fa paesaggio.
Nell’abside dell’Oratorio Marisa Zattini, cesenate d’adozione, propone un trittico composto da tre grandi lastre di alluminio lucidato a specchio dove sono ‘trasposti” a getto d’inchiostro alcune sue trasmutazioni di piante immaginarie realizzate su lettere d’epoca (1833). Riflessi che rimettono in gioco, come ha sottolineato l’artista, le eterotopie di Michel Foucaul, in un gioco di specchi e di rimandi sul concetto di “identità”. Anche il fruitore entra nelle trame del tempo fra le lame di luce che legano il tracciato calligrafico antico al disegno artistico contemporaneo.
Sei gli artisti dovadolesi selezionati: Pier Franco Marchiando (Massa Carrara, 1961) con rielaborazioni grafiche e stampe fotografiche su plexiglass; Romano Neri (Alfonsine, 1956) con naturalistiche tele per riflettere le emozioni di una natura che vibra alla luce; Monica Padurean (Romania, 1965) con colori accesi per dire di silenzi floreali in giardini fiabeschi; Tudor Padurean (Romania 2001) con potenti disegni in rigoroso bianco e nero, realizzati a matita su cartoncino; Sandra Vaudano (Dovadola, 1942) con una pittura classica per ripercorrere personaggi e natura; Serena Venturelli (Dovadola, 1942) fra riflessi sul mare, emozioni allo specchio e grovigli in espansione.
La mostra sarà visitabile fino al 19 ottobre, tutti i giorni dalle ore 15,00 alle 18,00; sabato e domenica aperto anche al mattino dalle ore 10,30 alle 12,30. Chiuso il lunedì.