Valbonesi: «Servono strumenti e risorse per sostenere i Comuni montani»

daniele valbonesi consigliere regionale Pd

La nuova legge nazionale sulla montagna rappresenta un passo atteso da tempo, ma lascia aperti punti cruciali, come l’individuazione dei Comuni montani e, soprattutto, il grande tema delle risorse”. È questo il commento del consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valbonesi, che riferisce dell’interrogazione presentata questa mattina alla Giunta regionale in merito alla Legge 131/2025 “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”.

La legge introduce, sulla carta, misure importanti per contrastare lo spopolamento e sostenere lo sviluppo dei territori montani – spiega il consigliere – ma rischia di rimanere un’occasione mancata senza i necessari correttivi”. Tra i punti sollevati nell’interrogazione, Valbonesi evidenzia la necessità di rivalutare attentamente i nuovi parametri altimetrici e morfologici previsti dalla normativa, che potrebbero modificare l’attuale perimetrazione dei Comuni montani e incidere su politiche di sostegno ormai consolidate, escludendo realtà storicamente considerate montane in particolare nell’Appennino.

Dalla risposta dell’assessore Baruffi, viene evidenziato che oltre il 60% dei Comuni dell’Emilia-Romagna ad oggi classificati come montani, rischierebbero di uscire da tale classificazione ed essere esclusi dagli eventuali benefici della nuova legge. Più in generale, ad essere danneggiati, sarebbero i Comuni appenninici a scapito dei territori alpini, a dimostrazione di una volontà politica non omogenea che tende ancora una volta a dividere e creare una “guerra tra poveri” anziché a ridurre le disuguaglianze territoriali.

Altro tema centrale è quello del riordino istituzionale, con particolare riferimento al ruolo delle Unioni di Comuni, completamente assenti nella legge ma fondamentali per garantire servizi essenziali nei territori più piccoli e periferici e notoriamente più fragili anche dal punto di vista organizzativo.

Sul piano finanziario manca una vera fiscalità di vantaggio, che rappresenterebbe un concreto incentivo per le aree montane – prosegue Valbonesi –. Le risorse previste dal nuovo Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, pari a 200 milioni di euro annui, rischiano di non costituire un reale incremento, trattandosi di fondi esistenti dal 2021. Senza una quota aggiuntiva e senza tempistiche certe, il rischio è quello di finire, ancora una volta, in un nulla di fatto”.

Questa legge, pur animata da buone intenzioni, appare come l’ennesimo provvedimento simbolico di questo governo: ricco di parole ma povero di visione e di risorse. Servono più coraggio e più risorse – conclude Valbonesi – le aree interne sono decisive per il futuro del nostro Paese, ed è tempo di invertire la rotta”.

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