A Santa Sofia dal 2026 scatta la tassa di soggiorno

sindaca Marianini e assessore Zanchini

Durante il consiglio comunale di ieri 26 novembre è stato discusso e approvato all’unanimità il regolamento per l’istituzione della tassa di soggiorno nel Comune di Santa Sofia. Si tratta di un’imposta a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive del territorio comunale, che siano strutture ricettive alberghiere, all’aria aperta, extra-alberghiere o di altra tipologia.

Da normativa, la tassa di soggiorno può essere istituita dai comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte – chiarisce l’assessore al turismo Franco Locatelli – e dato che Santa Sofia fa parte di questi elenchi, insieme alla consigliera con delega alle attività produttive Laura Facciani, abbiamo avviato tavoli di incontro e confronto con le associazioni di categoria, la Consulta dei Commercianti e con i soggetti interessati. Ora siamo pronti ad introdurre la tassa e a partire dal 1 gennaio chi alloggia nelle strutture ricettive situate nel territorio comunale sarà chiamato a versare questa piccola somma”.

Come meglio specificato nel regolamento, l’importo della tassa di soggiorno varia a seconda del tipo di struttura e della categoria e viene stabilito annualmente dal Comune. Dovrà pagare l’imposta chi alloggia nelle strutture ricettive senza essere residente nel Comune, salvo i casi di esenzione previsti dal regolamento.

L’imposta è dovuta nel limite massimo di 5 pernottamenti consecutivi e dovrà essere applicata direttamente dal gestore della struttura ricettiva, che dovrà informare i propri ospiti dell’applicazione, dell’entità e delle esenzioni dell’imposta di soggiorno, richiedere il pagamento dell’imposta contestualmente all’incasso del corrispettivo del soggiorno rilasciando la relativa quietanza e richiedere all’ospite che vuole usufruire di un’eventuale esenzione la necessaria documentazione giustificativa.

L’introduzione dell’imposta di soggiorno non è un balzello, ma un atto di responsabilità strategica e un investimento mirato nel futuro del nostro territorio – considera il vicesindaco e assessore al bilancio Matteo Zanchini -. In un Comune come il nostro, porta d’accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, vocato in modo naturale al turismo escursionistico, lento e sostenibile, questa imposta rappresenta un’opportunità per consolidare la nostra identità e per innalzare la qualità dell’offerta. È un contributo reinvestito integralmente per la cura e la valorizzazione di ciò che i visitatori vengono ad ammirare: il patrimonio ambientale e culturale, i sentieri, i servizi e le infrastrutture che rendono l’esperienza unica. In termini di prospettive, è bene ragionare anche su una migliore promozione, nonché alla continua alimentazione di un’offerta culturale capace di generare benefici diffusi per l’intero comparto“.

L’imposta di soggiorno, infatti, ha uno scopo positivo per il territorio: i fondi raccolti vengono destinati a migliorare i servizi turistici (trasporti, eventi, pulizia), a promuovere il turismo e la valorizzazione delle risorse locali e a finanziare iniziative di sostenibilità e accoglienza. In questo modo, tutti i visitatori contribuiscono direttamente al miglioramento dell’esperienza turistica e alla crescita della comunità locale. Nello specifico, l’amministrazione ha instaurato un rapporto fattivo con la Consulta dei Commercianti, con cui verranno condivise le modalità di impiego delle somme che la tassa di soggiorno produrrà.

Inoltre – conclude Zanchini – mentre l’era delle ingenti risorse provenienti dal Pnrr si avvia verso l’esaurimento, dobbiamo garantire continuità e sviluppo alle buone prassi e ai progetti innovativi che abbiamo avviato. L’imposta di soggiorno ci permette di giocare un ruolo più centrale, autonomo e deciso sul fronte turistico. Voglio rassicurare tutte le strutture ricettive: come condiviso, l’Amministrazione sarà al loro fianco. Stiamo implementando sistemi digitali e procedure semplificate per rendere la riscossione e il versamento il più agevole possibile, minimizzando ogni onere burocratico per gli operatori“.

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