L’Ex Caproni va a pezzi ma su Instagram tutto va alla grande

amin della caproni

Dopo una settimana si torna a parlare delle condizioni del cantiere delle Ex Officine Aeronautiche Caproni di Predappio, dove praticamente nulla è cambiato rispetto ai precedenti monitoraggi. L’unica novità, una placca metallica installata sulla “M”, sembra un tentativo insufficiente di prevenire ulteriori crepe, mentre il resto della facciata continua a deteriorarsi senza alcuna reale protezione.

Il portone in ferro dello stabilimento è ancora lì, ma la facciata mostra danni sempre più gravi e asportazioni documentate nei mesi, a testimonianza del totale disinteresse nella gestione dei lavori. Fotografie aggiornate caricate sui canali social del blog “Caproni – Le ali della Romagna” confermano una situazione che definire precaria è un eufemismo. Il silenzio dei responsabili del cantiere è imbarazzante, l’ultimo aggiornamento pubblico della ditta risale al 7 agosto, 4 mesi fa, senza alcuna spiegazione sulle attività successive o sulle misure intraprese.

Peggio ancora, una delle storie pubblicate sulla loro pagina Instagram lo stesso giorno riprendeva un articolo che citava un comunicato pubblicato sui canali del blog, critico e già allora molto chiaro nel denunciare le problematiche del cantiere. La ditta ha trasformato questo contenuto serio in una specie di vetrina promozionale, mettendo in evidenza soltanto la citazione all’interno dell’articolo e ignorando completamente il contesto reale e riducendo mesi di lavoro problematico e danni documentati a un semplice post da mostrare ai follower.

Il risultato è grottesco e inaccettabile, una vicenda che riguarda la conservazione di un bene storico pubblico viene trattata come un’operazione di marketing. Non si parla di decorazioni o di dettagli marginali, la facciata rischia un deterioramento irreversibile se non si interviene subito con azioni concrete.

Chi ha responsabilità dirette deve smettere di fare finta di nulla e affrontare la realtà dei fatti. La conservazione del patrimonio storico non può essere subordinata a strategie di comunicazione o all’esposizione sui social media. Ignorare i problemi non fermerà il degrado, ma resterà soltanto la testimonianza di una gestione irresponsabile e indegna di un bene pubblico.

Amin “Della Caproni”

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