Pestelli: «Il direttore generale Carradori va in pensione? La regione chiarisca quale sarà la sua posizione»

Luca Pestelli FDI

Ho appreso che il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, ha presentato domanda di pensionamento nel corso dell’estate 2025. Una circostanza che solleva non pochi interrogativi: ho quindi depositato un’interrogazione per sapere se la Regione ritenga opportuna la sua permanenza in servizio, considerato che la richiesta di quiescenza è arrivata poco dopo la sua nomina”. Lo dichiara Luca Pestelli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che torna a puntare l’attenzione sulle scelte di governance della sanità romagnola.

Anche in questo caso – aggiunge – come già accaduto per l’erogazione dei premi di produzione, la vicenda può essere formalmente legittima, ma resta politicamente discutibile. Quale significato ha confermare alla guida di un’azienda sanitaria un dirigente che, subito dopo la nomina, presenta domanda di pensionamento?

Pestelli sottolinea come la situazione dell’Ausl Romagna resti critica: “Il bilancio preventivo 2025 prevede un disavanzo di 200 milioni di euro, mentre continuano i tagli ai servizi a discapito dei cittadini: infermieri tolti dalle ambulanze, riduzione delle attività nelle strutture periferiche, dimissioni di personale sanitario che lasciano scoperte intere aree. È evidente che servono visioni più attuali e capaci di valorizzare la sanità di prossimità e le nuove tecnologie”.

Il governo nazionale – conclude Pestelli – ha previsto lo stanziamento di ulteriori 2,4 miliardi di euro per rafforzare la sanità nel 2026, ma la Regione Emilia-Romagna continua a seguire linee politiche superate. De Pascale aveva promesso un cambio di passo, e invece oggi ci troviamo a commentare la conferma di un dirigente che presenta domanda di pensionamento subito dopo la sua nomina. Chiediamo quindi alla Giunta di chiarire se il dottor Carradori sia effettivamente in quiescenza, se percepisca anche il trattamento pensionistico oltre al compenso e se la sua permanenza in servizio sia ritenuta politicamente opportuna”.

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