La mostra di Antonio Giosa “Qualcosa di una vita”

Antonio Giosa

All’Agenzia Generale di Forlì di Generali Italia in Viale Manzoni 4/A, sabato 20 dicembre alle ore 10,30 si inaugurerà la mostra personale dell’artista Antonio GiosaQualcosa di una vita” con un vernissage alla presenza della direzione aziendale e del vicesindaco Vincenzo Bongiorno Assessore alla Cultura. Un evento che propone un componimento di opere selezionate dalla più recente produzione scultorea dell’artista realizzate dal 2022 al 2025. Un’occasione per riflettere sull’operato di 55 anni dedicati all’arte attraverso una monografia, inedita, data alle stampe per questa occasione.

Riflettere sul concetto di ‘desiderio’ – sottolinea la curatrice nel suo testo in catalogo – perché ognuno di noi percepisce il mondo che ci circonda attribuendogli una valorizzazione emozionale sempre soggettiva e arbitraria. L’artista lascia correre la briglia sciolta alla propria fantasia e alla propria immaginazione dando poi corpo concreto e materiale, mediante l’opera reale, ai suoi desideri. Ma la materia, i relitti, gli scarti conservano sempre dei magici codici di ambiguità”. 

Antonio Giosa nasce a Tito (PZ) in Basilicata nel 1951. Si trasferisce per alcuni anni in Canada, a Montréal, e dopo aver studiato a Venezia si stabilisce a Forlì, dove tuttora vive e lavora. Allievo di Albano Vichi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha esposto giovanissimo, partecipando nel 1970 alla XXXV Biennale di Venezia, invitato al Padiglione Sperimentale. Dal 1971 ha insegnato scultura all’Istituto Statale d’Arte di Forlì, dove ha ricoperto anche il ruolo di dirigente scolastico. La sua ricerca scultorea si distingue per l’attenzione ai rapporti di forma e materia, privilegiando una dimensione concettuale rispetto alla volumetria tradizionale. Nel 1974 ottiene il 1° Premio per la Scultura al Premio Nazionale Città di Bagno di Romagna e nel 1975 il 1° Premio per la Grafica alla XV Rassegna G.B. Salvi “Piccola Europa”, Sassoferrato. Ha realizzato numerose mostre personali, tra cui “Tracce e Segni” alla Rocca di Ravaldino di Forlì, con lavori prodotti dal 1974 al 1998.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *