Rispetto al tempo in cui ho fatto l’amministratore pubblico, è cambiato tutto: indennità raddoppiate o quasi, abolizione dell’abuso in atti d’ufficio, limitazione del danno erariale e dei controlli sui conti delle pubbliche amministrazioni. Per non parlare dei conflitti d’interesse, ormai endemici e accettati come naturali. Nei tribunali, i procedimenti relativi ai reati che riguardano la pubblica amministrazione si sono rarefatti.
Una pacchia. Ricordo un fascicolo aperto (poi subito chiuso) per “peculato immateriale”. Ricordo i rigori della legge Severino, giusta peraltro. Ricordo magistrati molto duri. E ai politici, di ogni schieramento, risultavano piuttosto indigesti.
Oggi, a destra e a sinistra, molti plaudiranno in cuor loro, indipendentemente dal voto in aula. Io, francamente, no: di “disciplina e onore” (vedi Costituzione), nell’esercizio delle pubbliche funzioni, in quegli anni ormai lontani, ne ho vista non molta. E credo che oggi non vada meglio.
Roberto Balzani