«Come lista civica siamo molto preoccupati per l’impianto complessivo del bilancio di previsione. Da un lato si vedono chiaramente gli effetti dei tagli governativi agli enti locali, che incidono sui servizi ai cittadini attraverso la riduzione delle spese correnti, specialmente nel settore del welfare. Dall’altro lato emerge l’incapacità di progettare e intercettare fondi europei: nel 2026 Forlì prevede appena 23.680 euro di entrate da fonti europee ed extraeuropee, a fronte di oltre 600.000 euro di Cesena. A questo si aggiunge un uso estensivo di capitoli lasciati a zero “per prudenza”, in attesa di eventuali risorse future da riempire con variazioni di bilancio: un modus operandi che riduce la trasparenza e sposta il vero confronto politico fuori dal momento in cui il bilancio viene votato» è il commento di Elisa Zecchini segretaria di Rinnoviamo Forlì.
«Sul terreno della sicurezza le criticità sono altrettanto evidenti. Tutta la responsabilità è affidata alla sola Polizia Locale, mentre è marginale l’impegno verso un sistema integrato di sicurezza urbana fatto di prevenzione, collaborazione con altri attori, cura degli spazi pubblici, illuminazione, tecnologie e presidi di comunità. Ancora più grave è la traiettoria della Protezione Civile, con stanziamenti che nel triennio si riducono fino a quasi azzerarsi: una scelta difficilmente comprensibile per i tanti cittadini che hanno trascorso la notte di Natale ad osservare gli argini. La sicurezza deve essere anche digitale, ma i sistemi informativi del Comune, che garantiscono il funzionamento dell’ente, i servizi online e la protezione dei dati, sono sottofinanziati, proprio mentre si rafforzano gli obblighi europei in materia di cybersicurezza» insiste Zecchini.
«Anche quest’anno i grandi assenti restano turismo, commercio, PMI e artigianato. Sul fronte del turismo non si prevede un vero piano di investimenti strutturali: aspiriamo a diventare Capitale italiana della Cultura, ma dopo aver visitato palazzi e musei, cosa convincerà le persone a restare, tornare, investire? Lo stesso vale per il commercio e l’artigianato del centro storico: si parla di riqualificazione urbana, ma non si vedono misure incisive per sostenere le botteghe, le microimprese e i mestieri che tengono vivi i quartieri. Anche nella cultura, gli stanziamenti si concentrano su importanti opere di restauro dei beni, ma manca una vera scommessa su nuove progettualità, produzioni e contenuti che dovrebbero animare la città. Un Comune non può limitarsi a sistemare strade e palazzi: deve costruire politiche che facciano vivere la città, la rendano attrattiva per chi studia, lavora, fa impresa e mette su famiglia. Questo bilancio, invece, rinvia le scelte più coraggiose e si affida alle variazioni in corso d’anno per decidere mese per mese la direzione di marcia. Rinnoviamo Forlì chiede all’Amministrazione un cambio di passo: un bilancio più trasparente, meno capitoli a zero da riempire in corsa, e soprattutto una visione chiara su come usare le risorse pubbliche per costruire una città più sicura, più attenta ai bisogni delle persone e più dinamica sul piano economico e culturale» conclude Elisa Zecchini.
Nel Consiglio comunale di oggi, dedicato al bilancio di previsione 2026–2028, la consigliera Elena Colangelo (nella foto) di Rinnoviamo Forlì è intervenuta per denunciare il forte ridimensionamento del welfare cittadino, con particolare riferimento agli anziani. «Tra il 2025 e il 2026 – ha sottolineato – la Missione 12 perde circa 10 milioni di euro. Il taglio non è determinato dalla fine di fondi straordinari come il Pnrr: è una scelta politica che riporta stabilmente più in basso il livello di tutela sociale, proprio mentre aumentano età media, fragilità e solitudine».
Colangelo ha poi evidenziato come il bilancio non trasformi il welfare in un investimento strutturale del Comune, ma continui a trattarlo come un costo da contenere: «Nel DUP (documento unico di programmazione Ndr) diciamo di voler mettere al centro anziani e non autosufficienza, ma nei numeri vediamo risorse che non crescono e, in alcuni ambiti, si riducono. Meno margine per l’assistenza domiciliare, più fatica nel prendere in carico anziani soli e fragili, servizi territoriali che rischiano di lavorare sempre al limite: così non si prevengono i problemi, li si scarica sulle famiglie e sui pronto soccorso».
La consigliera Colangelo ha richiamato con forza il dato demografico: «Forlì è una città che invecchia. Sappiamo che nei prossimi anni aumenteranno le persone ultra75enni, le cronicità, le condizioni di non autosufficienza. Un bilancio lungimirante dovrebbe anticipare questa curva, rafforzare oggi i servizi di prossimità, il sostegno alle reti familiari, le forme di domiciliarità innovativa. Qui, invece, ci presentiamo all’appuntamento con l’invecchiamento della popolazione con strumenti indeboliti e senza una programmazione pluriennale all’altezza delle sfide che arrivano».
«Il nodo politico – ha concluso Colangelo – è decidere se il welfare sia davvero una priorità o solo una missione del DUP. Rinnoviamo Forlì chiede coerenza tra le parole e i numeri del bilancio: serve un impegno esplicito a considerare la cura delle persone fragili come un investimento sulla qualità della vita e sulla tenuta della nostra comunità, non come la prima voce su cui andare a risparmiare».