Prima di arrivare alla solita nostra articolessa di critica partiamo con una nota di merito: l’evento “I mercoledì nel cuore” sono veramente un fiore all’occhiello dell’estate forlivese. Una delle poche iniziative veramente degne di nota capace di rivitalizzare il centro storico di Forlì. Un brulicare energico e frizzante di spettacoli, iniziative, idee che richiamano finalmente tante persone. Soprattutto giovani. Proprio ieri abbiamo anche visto con i nostri occhi ristoratori della periferia che si sono “accentrati” chiedendo la collaborazione con bar o esercizi pubblici del Centro per far conoscere il proprio “marchio” del ristorante o pizzeria e al contempo trasformare il proprio bar in un ristorantino con tavolini, sedie per cene o aperitivi pittoreschi. Insomma uno ci mette la location e l’altro la ristorazione per attirare i clienti. È così che si fa. Bravi.
Ora però veniamo alle critiche. L’ordinanza contro il divieto di vendita di bottiglie, barattoli o bottiglie di plastica con tappo. Per evitare possibili drammatici incidenti come quelli di Torino nella sera della finale di Champions League. Il risultato dell’ordinanza? Un flop. E vi spieghiamo perchè. Il divieto comunale pare sia inizialmente partito includendo, ovviamente, la vendita di bottiglie, barattoli o bottiglie di plastica con tappo agli esercizi di vicinato: in sostanza i negozi, generi alimentari o quegli spacci gestiti da stranieri che vendono di tutto spesso h24 (questi ultimi). Insomma le attività che non possono somministrare (cioè versare nel bicchiere).
Per motivi che non conosciamo dall’ordinanza preparata che includeva queste attività è stato eliminato questo passaggio includendo solo la vendita di bottiglie, barattoli o bottiglie di plastica con tappo agli esercizi pubblici, cioè bar o ristoranti che somministrano e quindi vino, acqua e birra li versano nel bicchiere e quasi mai vendono la bottiglia intera al consumatore. Ergo: la polizia municipale con quella ordinanza non ha potuto sanzionare i gestori delle attività (soprattutto quelle per intenderci aperte h24 che qualche settimana fa hanno creato qualche problema di ordine pubblico) in quanto nell’ordinanza la loro attività non era compresa.
Morale: in Comune non conoscono, oppure confondono il significato di ciò che vuole dire ‘vendita’ con ciò che significa ‘somministrazione’. E per ultimo: le barriere antiterrorismo (vedi foto). Ora che in Italia non ci siano stati ancora attentati terroristici dell’Isis è un dato oggettivo. Che ciò sia dovuto al merito dei nostri servizi di Intelligence abbiamo più di un dubbio ma ci rendiamo conto che questo invece è un dato soggettivo e ci vorrebbe ben più di un’articolo per spiegare il nostro dubbio. Lasciamo però da parte il termine “barriere antiterrorismo” e chiamiamolo col loro nome: “una migliore segnaletica o pedonalizzazione della festa”. Le barriere antiterrorismo fatte con quei materiali e zigzagabili con estrema facilità sono un’altra roba.