«Lo dico con non celato orgoglio italiano e giustificata fierezza – ribadisce il critico d’arte- giusto perché qualche tempo addietro rimasi incantato da alcune parole pronunciate dal probo ing. Taroni: “Ci vogliono idee, forti e mirati investimenti economici e persone, ma soprattutto capire che l’accoglimento è necessario non solo alla gente che fugge, ma che può essere utile anche a noi, come insegna la simbologia del rituale del IX Grado del R.S.A.A. nel quale ‘lo straniero rappresenta tutto l’insieme di conoscenze e di progresso già raggiunto prima di noi, e di cui ci si deve valere per procedere più oltre: un’opportunità per trarre profitto dall’esperienza offerta anche da ciò che non fa parte della nostra Tradizione’».
“La Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani mi ha arricchito molto –continua Paolo Battaglia La Terra Borgese – ho visto insieme tre o quattromila persone, provenienti da tutto il pianeta terra, unite dallo stesso sentimento, in rappresentanza di tutta la massoneria del globo, da quella newyorkese a quella russa. Si prova un’emozione incredibile, magica. La cosa che più ha profondamente colpito il mio cervello è che il GOI ha cancellato la parola razza dal proprio statuto. Ma anche vedere lì presenti personalità autorevoli come Annalisa Chirico, Paolo Mieli, l’on. Daniele Capezzone e Cecchi a condividere i valori della liberomuratoria universale. È per me, questa, stata una esperienza particolarmente significativa, perché i valori della massoneria gratificano l’onore e la dignità umana. I massoni rappresentano un complesso importante pieno di responsabilità da affrontare ed affrontate, superate o da superare. Ho incontrato degli amici cari che stimo molto come il Gran Tesoriere Aggiunto del GOI Giuseppe Trumbatore e il presidente della massoneria siciliana Antonino Recca. Ho pure incontrato il fisico Mircea Gheordunescu, ai vertici della massoneria di Romania e così tanti altri che non è possibile citarli tutti”.