“L’evasione fiscale delle grandi imprese su Iva e Irpef è 16 volte superiore a quella delle piccole imprese. I capitali delle grandi imprese vengono contabilizzati nei paradisi fiscali in Lussemburgo, Olanda, Irlanda invece che in Italia. I capitali finanziari vengono tassati meno del lavoro e dei lavoratori. E secondo il governo lo scontrino elettronico eviterà l’evasione fiscale alle grandi imprese? Dall’1 gennaio è stato esteso l’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi, il cosiddetto scontrino elettronico” dichiara Cristina Mainetti candidata consigliera regionale Potere al Popolo.
“Chi svolge una attività commerciale al dettaglio sarà obbligato a munirsi di idonee e costose apparecchiature elettroniche e di una linea internet adatta. Tutto questo giustificato come rimedio alla grande evasione fiscale. Ma i politici si sono domandati cosa significa ciò nella realtà quotidiana? Cosa significa adeguarsi in tempi rapidi soprattutto per i gestori di una certa età? Cosa significa per le piccole attività dei paesi di periferia o di montagna?” si domanda l’esponente PaP di Santa Sofia.
“La verità – continua Mainetti – è obbligare i più piccoli negozianti a chiudere e a rinunciare alle partite IVA dopo anni di tanti sacrifici. Le difficoltà maggiori saranno per chi non è più giovane e poco pratico di queste tecnologie e completamente disorientati davanti alle nuove procedure da imparare. E come affronterà questa imposizione chi vive in luoghi con difficoltà ad accedere ad internet? Obbligati tutti a dotarsi di nuove “casse” a norma o fare costosi aggiornamenti, con la speranza che funzionino e non creino problemi. Costringere tante piccole attività a munirsi di abbonamenti internet per fare partire questi scontrini servirà a bloccare la grande evasione fiscale e i grandi evasori fiscali? O più evidentemente porterà alla chiusura obbligata della piccola impresa, dell’artigianato, degli ambulanti alla base del nostro sistema produttivo che ancora fa sopravvivere le piccole frazioni e comunità montane. Come troppo spesso accade si lascia in totale abbandono la cittadinanza dinanzi al valzer di riforme senza il minimo senso dell’impatto sulla vita reale“.
“Per contrastare l’evasione serve un piano che, mentre recupera realmente e redistribuisce la ricchezza, indirizza le risorse “liberate” lì dove servono, per progetti che possano migliorare la vita presente e futura “Billionaire Tax” tassa del 10% sui redditi oltre i 100.000 euro annui; misure per rimettere in circolazione gli enormi patrimoni detenuti in strumenti finanziari, immobili vuoti e fuori mercato, terreni improduttivi; recupero dell’evasione fiscale, a partire da multinazionali, grandi speculatori e grandi proprietari. Portando l’evasione fiscale italiana semplicemente al livello di quella di Francia, Germania, Regno Unito, In questo modo recupereremmo ben 60 miliardi di euro all’anno. Zero tasse per chi non può pagare e meno tasse per chi lavora. Proponiamo una “no tax area” fino a 15.000 euro e riduzione delle tasse per chi guadagna fino a 35.000 euro all’anno e per lavoratori e lavoratrici costretti ad aprire Partite Iva” conclude Cristina Mainetti, candidata consigliera regionale Potere al Popolo di Santa Sofia.