«La Consulta Laica Forlivese, composta da rappresentanti di Arci, Udi, Anpi, Cgil, Uaar, Associazione VoceDonna, Movimento Federalista Europeo, Associazione Mazziniana, Istituto Gramsci, Associazione Luca Coscioni, Associazione Un Secco No e singoli cittadini, il 24 ottobre scorso ha richiesto un incontro al sindaco Zattini per un confronto sulla realizzazione della Sala del Commiato Laico a Forlì.
La Consulta, fin dal 2014, ha inoltrato all’Amministrazione Comunale la richiesta di riportare il Pantheon del Cimitero Monumentale cittadino a luogo non confessionale e di realizzare la Sala del Commiato Laico, uno spazio per la celebrazione del funerale laico presente in tante città italiane. Da allora, anche attraverso la raccolta di firme che ha coinvolto le cittadini e i cittadini forlivesi, si è proceduto a sollecitare l’Amministrazione Comunale ad una risposta precisa alle nostre richieste.
Gli ultimi mesi del 2017 hanno segnato uno sviluppo positivo della questione poiché, a seguito di alcuni incontri, l’Amministrazione Comunale ha avanzato la proposta dell’utilizzo dell’ex obitorio dell’Ospedale Pierantoni, chiuso ormai da anni, per la realizzazione della Sala del commiato laico. La Consulta ha accolto positivamente la proposta sull’ex Obitorio ed anche l’ipotesi di utilizzo di una sezione di esso da parte della Università di Bologna.
Nei primi mesi del 2018 l’Amministrazione Comunale ha determinato a bilancio la copertura dei costi per la ristrutturazione della palazzina ritenuta quindi da tutti, sia per la localizzazione sia per gli spazi di cui dispone, funzionale ad ogni tipo di funerale sia esso laico o di altre religioni professate dai cittadini del territorio forlivese. Sono trascorsi mesi dalla richiesta di un appuntamento per fare il punto dello stato di avanzamento della progettazione ed avvio dei relativi lavori, ma siamo costretti, con dispiacere, a constatare che ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro, neppure di un possibile interessamento futuro.
È vero che alcuni segnali, vedi il Presepe allestito in un luogo istituzionale sotto lo sguardo di Garibaldi e Mazzini che se potessero assumere un’altra espressione sarebbero certamente alquanto perplessi, oppure la decisione di devolvere risorse a favore degli asili privati in particolare agli asili cattolici, oppure l’aver bloccato il progetto per servizi di prevenzione e contrasto alla violazione dei diritti umani e alle diverse forme di prevaricazioni legate al genere e all’orientamento sessuale, non depongono a favore della laicità quale principio fondamentale nell’amministrare la cosa pubblica, ma avremmo auspicato almeno il rispetto del tempo massimo previsto per un cenno di risposta o di considerazione della questione. Se il sindaco non ritiene importante rispondere alla Consulta Laica Forlivese si spera ritenga dignitoso darne risposta alle cittadine e cittadini privati del loro diritto di celebrare laicamente l’ultimo commiato».
Carlo Flamigni presidente della Consulta Laica Forlivese