Partiamo dalla fine, da quel “Buon vento, capitano!” con cui Marilena Rosetti, presidente del Panathlon club di Forlì, ha chiuso l’affascinante serata di giovedì che ha visto quale straordinario protagonista Gianfranco Bacchi, comandante del “veliero più bello del mondo”, l’Amerigo Vespucci.
Il salone delle feste del Circolo della Scranna era gremito come nelle grandi occasioni, con il pubblico rapito dal racconto quasi fiabesco di questo forlivese 49enne che, con orgoglio, soddisfazione ma soprattutto gioia sincera, narra ai presenti la vita di bordo di una nave d’altri tempi che si muove a vela (a proposito, sono ben 27, ognuna delle quali dal costo astronomico di circa 200 mila euro).
Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, ha ringraziato Bacchi “perché conferisce grande prestigio alla città di Forlì nel mondo”, assicurando che anche l’Amministrazione comunale si darà da fare per promuovere le attività della Vespucci, che si sta preparando, per la seconda volta nella sua storia, a partire alla volta della circumnavigazione del globo (passando da Tokyo in occasione delle Olimpiadi, toccando 34 porti per poi doppiare capo Horn sulla via del ritorno) che verrà completata nell’ottobre 2021.
Il comandante ha detto di essersi emozionato alla notizia della sua nomina, pur aggiungendo che non si trattava affatto, per lui, di una sorpresa. Anzi, è stato il coronamento di un sogno lungo trent’anni, da quando, cioè, era stato a bordo della nave scuola come allievo. Se gli si chiede che ruolo abbia nel corso della navigazione, si schernisce dicendo che non è lui a guidare la nave e che, in fondo, è come un direttore d’orchestra che si limita a dare ordine ad un’ attività corale. In realtà, non deve essere così semplice sincronizzare i movimenti dei 440 membri dell’equipaggio (fra cui un centinaio di donne, una delle quali 26enne, per Bacchi “è il miglior nocchiere della nave”) in appena 80 metri di lunghezza per 16 di larghezza. Per riuscirci, la parola chiave è soltanto una: aggregazione. Tutti hanno scelto di salire a bordo della Vespucci, quindi si ricrea nel corso della navigazione lo spirito di una famiglia.
E i momenti di difficoltà? Di certo non mancano: per esempio durante le tempeste, rivela il comandante forlivese, si fa una grande fatica, con la coperta della nave trasformata in un brulichio per altro silenzioso. A bordo infatti si sta in silenzio, nemmeno gli ordini sono gridati ma vengono impartiti con un fischietto, unico rumore avvertito oltre a quelli del mare e del vento. Ma anche accogliere le 5-7 mila persone che ogni giorno visitano l’imbarcazione durante la permanenza in un porto può essere considerato un momento di vera criticità.
Chiudiamo con alcune curiosità: il posto più bello della nave? Bacchi non ha dubbi, è il cosiddetto giardinetto, una sorta di balconcino posto a poppa in cui si coltivano varie piante tra cui dei limoni. Si naviga ancora a vista, di notte, basandosi sulle stelle (ma tra il serio e il faceto il capitano aggiunge che, però, c’è anche il GPS, perché non si sa mai…). Infine, il 22 febbraio la Vespucci taglierà il traguardo delle 89 primavere (è stata varata nel 1931) con una bella torta da condividere con l’intero equipaggio: una consolidata tradizione, conclude il comandante Bacchi, che ben rappresenta lo spirito di questo veliero.