“Capisco la reazione scomposta del presidente Stefano Bonaccini (leggere qui l’articolo): le manifestazioni del centrodestra del 2 giugno in Emilia-Romagna gli devono essere andate di traverso. Queste piazze hanno suonato la campana a morto ai partiti di governo che hanno profondamente deluso la maggioranza degli italiani. Ma le ovvie preoccupazioni di Bonaccini sul malcontento che serpeggia ovunque non devono nascondere la verità. Il presidente dell’Emilia-Romagna ha promesso molto e ha fatto la voce grossa durante il lockdown, senza ascoltare nessuno, tantomeno l’opposizione” è la risposta dell’onorevole della Lega Jacopo Morrone.
“Bonaccini, tuttavia – continua il parlamentare del Carroccio – non ha saputo pianificare la ripartenza e non ha riconosciuto gli errori fatti, mentre ha promesso risorse a tutti senza distribuire un euro a nessuno. In Emilia-Romagna turismo, commercio, agricoltura, partite Iva hanno forse ricevuto qualche euro dallo Stato, ma le risorse regionali sono comparse solo nelle veline dell’ufficio propaganda della Regione. Ben diverso il comportamento di altri presidenti del nord che hanno aperto il portafoglio nella consapevolezza che sostenere aziende e lavoratori è questione di vita o di morte per le economie regionali. Bonaccini mi ha invitato alla prudenza“.
“Sono io, al contrario, che lo sollecito a ridimensionare gli atteggiamenti da maestrino autoritario e sgarbato, riportando la sua attenzione alla situazione emiliano-romagnola ormai a livello di guardia. Servono ben altri progetti, risorse e iniziative di quelli proposti dalla sua Giunta asfittica. L’auspicio è che Bonaccini cerchi di fare il proprio mestiere al meglio se ancora gli interessa, viste le sue ambizioni nazionali, e non tenti maldestramente di zittire l’opposizione. Il tempo delle censure e dei proclami è finito” conclude Morrone.