Parte martedì 22 settembre a Forlì, “Colpi di scena“, Biennale di Teatro Contemporaneo per Ragazzi e Giovani organizzata da Accademia Perduta/Romagna Teatri, con la direzione artistica di Claudio Casadio e Ruggero Sintoni, e in collaborazione con l’Amministrazione Comunale. La programmazione della giornata partirà alle ore 17,45 al Teatro Diego Fabbri con “Edipo. Una fiaba di magia”, spettacolo di Societas ideato da Chiara Guidi.
La storia di Edipo è una tipica fiaba di magia. Si ricollega ai culti di fertilità delle antiche civiltà dei fiumi: la vecchia madre terra accoglie nel suo grembo il giovane seme che vi penetra per nascondersi, dormire e generare un frutto. Quale storia vive nella terra? Come entrarvi dentro e vederla? La Sfinge lo sa, ma apre il sipario a coloro che sanno decifrare i suoi enigmi. Solo quando i bambini avranno trovato una soluzione agli oscuri quesiti potranno accedere nell’antro della terra dove un seme, in essa custodito, dischiusosi diviene un uomo: Edipo.
Alle ore 19,45 al Teatro San Luigi, in via Luigi Nanni a Forlì, andrà in scena “Con viva voce”, spettacolo della compagnia La Baracca – Testoni Ragazzi scritto da Bruno Cappagli e Guido Castiglia. Con viva voce è una storia che intreccia cavalieri, uccelli di fuoco, cavalli d’oro, lupi e principesse. Una storia fatta di bivi, dove il desiderio e la curiosità spingono a fare delle scelte e a commettere degli errori, che inevitabilmente condizionano il percorso e allo stesso tempo aiutano a crescere.
Il terzo e ultimo spettacolo della prima giornata di Colpi di Scena sarà presentato alle ore 20,30 al Teatro Testori, in via Vespucci a Forlì, dall’Associazione Liberty “Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi” è il titolo della pièce scritta e interpretata da Paolo Nori e Nicola Borghesi. Cosa vuol dire, essere italiani? Borghesi e Nori se lo sono chiesti e hanno scritto questo spettacolo che li ha portati a indagare la questione sia nei luoghi istituzionali, come l’ufficio immigrazione della questura, in rete e per le strade di Bologna. La loro ricerca, e la loro inclinazione alle divagazioni, li hanno portati a parlare di calcio, di famiglia, di capperi, di moda, di Camus, di Manzoni e della periferia di Foggia e li hanno condotti a un’altra domanda: “cos’è la patria?”