Le condizioni ambientali favorevoli hanno portato ad una crescita molto forte della popolazione dei piccioni sul territorio comunale di Forlimpopoli – che da norme regionali deve essere contenuto sui 400 esemplari per kmq – ed in particolare negli edifici del centro storico, il che può rappresentare un reale pericolo sia per l’uomo che per gli animali domestici come possibile veicolo di microorganismi e batteri patogeni.
L’Amministrazione comunale ha quindi ritenuto di dover intervenire in via cautelativa sia in prima persona che emettendo un’apposita ordinanza a tutela della salute e benessere pubblico, nonché del patrimonio ambientale ed architettonico.
“Da sempre – spiegano il sindaco Milena Garavini e l’assessore all’Ambiente Gian Matteo Peperoni – i piccioni fanno parte del panorama urbano, con i pregi e con i difetti che ogni convivenza porta con sé. È una presenza che crea anche problemi sanitari e di decoro, per cui bisogna non incentivarne la proliferazione. L’ambiente artificiale della città, la scomparsa di predatori naturali, la grande disponibilità di cibo, fanno sì che il numero dei piccioni abbia superato abbondantemente la soglia di sostenibilità. Il Comune, di concerto con la Consulta Ambiente, sta mettendo in atto un piano di azione per riportare la popolazione entro questa soglia. È indispensabile però l’impegno di tutti i cittadini per non favorire la nidificazione e il nutrimento dei piccioni”.
“Da una parte quindi – illustra Marco Zanetti, responsabile dell’ufficio ambiente ed ecologia – l’Amministrazione comunale si è già attivata sia programmando catture mirate sia con l’installazione di dissuasori ad ago e di reti di protezione negli edifici di proprietà comunale del Centro Storico, che sono quelli su cui grava maggiormente il problema“.
Dall’altra il sindaco ha emesso un’ordinanza volta a coinvolgere in quest’azione la cittadinanza in cui si vieta la somministrazione sia sul suolo pubblico che nelle aree private di cibo o granaglie ai piccioni presenti allo stato libero e nella quale si prevede che i proprietari (ed amministratori condominiali) di edifici siti in aree urbane esposti alla nidificazione ed allo stazionamento dei piccioni provvedano al risanamento ed alla periodica pulizia e disinfestazione dei locali e degli anfratti nei quali i piccioni abbiano nidificato e depositato guano.
Si prescrive altresì il montaggio – così come sta facendo per l’appunto anche l’amministrazione comunale – di schermature, griglie o reti per chiudere le aperture attraverso cui i piccioni possano trovare riparo o luogo di nidificazione e l’applicazione di dispositivi di dissuasione sui terrazzi e sui davanzali e nei cortili per impedirne la sosta abituale. Le violazioni all’ordinanza comportano una sanzione amministrativa compresa tra i 25 e i 500 euro.