La scorsa settimana, il Consiglio Comunale di Santa Sofia ha approvato all’unanimità una mozione in merito al divieto di riorganizzazione del partito fascista. La decisione prende le mosse a seguito di quanto avvenuto a Roma, in occasione di una manifestazione contro l’obbligo del green pass per i lavoratori, quando soggetti appartenenti a Forza Nuova e ad altre organizzazioni di estrema destra hanno tentato di assaltare le istituzioni dando luogo a duri scontri con la polizia, a numerosi episodi di violenza e di vandalismo culminati con il grave danneggiamento della sede della CGIL dove alcuni manifestanti hanno fatto irruzione al piano terra devastando diverse stanze.
“Si è trattato di atti di violenza gravissimi, ai danni della democrazia e delle istituzioni – commenta il sindaco Daniele Valbonesi -. È necessario prendere una posizione chiara e netta contro queste azioni e contro questi soggetti che usano la forza e la violenza con modi caratterizzati da un’evidente matrice fascista. Non si possono minimizzare questi avvenimenti, è anzi necessario ribadire con forza i valori antifascisti che stanno alla base della Costituzione italiana e che noi, nel nostro territorio di Santa Sofia, sosteniamo e condividiamo da sempre”.
Alla luce di tutto questo, il Comune di Santa Sofia ha approvato una mozione con cui si impegna formalmente a chiedere al Governo di dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando tutti i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana.
Allo stesso tempo, il Comune si impegna a negare qualsiasi richiesta di autorizzazione per manifestazione o altre iniziative sul territorio comunale ai movimenti e associazioni di matrice neofascista e a movimenti e associazioni a loro riconducibili, perché in contrasto con gli artt. 1 e 3 della legge 20 giugno 1952, n. 645, così come si impegna a segnalare al Prefetto la presenza sul territorio comunale di gruppi, movimenti, associazioni riconducibili ad associazioni di chiara ispirazione neofascista che svolgano attività attraverso sedi fisiche o attraverso l’uso dei social network.