«Da tempo come associazioni, sindacati e società civile, attivi sul territorio forlivese, promuoviamo con determinazione l’importante lavoro di contrasto alla violenza di genere, sostenendo la cultura delle pari opportunità come strumento contro le discriminazioni di genere, anche in relazione all’identità di genere e all’orientamento sessuale. In questi giorni abbiamo avuto modo di leggere sulla stampa locale la polemica tra l’associazione Pro vita e l’amministrazione di Forlì, in riferimento alla delibera n. 346, adottata dal Comune di Forlì in merito al Bando Regionale (L.R. 6/2014) per la promozione e il conseguimento delle pari opportunità ed il contrasto delle discriminazioni e della violenza sulle donne. Riteniamo inaccettabile che un’associazione politica come Pro vita, che su tale argomento non ha né titolo, né esperienza, né qualifica per imporre il suo punto di vista sulla tradizione delle politiche per la parità di genere del nostro territorio, entri nel merito delle azioni sistematiche finanziate dalla Regione Emilia-Romagna, messe in campo per il contrasto alla violenza di genere. Questa polemica infatti ci sembra solo strumentale a minare il sistema, fatto di relazioni, persone e competenze, che è alla base della collaborazione tra le associazioni e le istituzioni del territorio nell’attuare azioni di contrasto alla violenza di genere.
Inoltre apprendiamo dalla risposta dell’Assessora Cintorino che l’accettazione dei contributi ottenuti dalla Regione Emilia-Romagna da parte dell’amministrazione di Forlì si riduce ad una questione di mero interesse economico, citando testualmente: “non potevamo rifiutare un contributo di 40 mila euro”. Infine in tutto questo bizzarro scambio di accuse e giustificazioni riappare lo spettro della fantomatica “teoria gender”, puntualmente rievocata da questa amministrazione ogni qualvolta sia chiamata a dare conto della mancanza di una politica organica a sostegno dell’uguaglianza di genere e a difesa dei diritti civili delle cittadine e dei cittadini di Forlì.
I servizi e le politiche della Regione Emilia Romagna sul tema delle pari opportunità e del contrasto alla violenza di genere rappresentano un’eccellenza, testimonianza di valore e civiltà riconosciuta in Italia e in Europa, che l’amministrazione della nostra città ha la responsabilità di valorizzare e potenziare a garanzia della salvaguardia della cittadinanza, e non di delegittimare. Chiediamo pertanto che l’Amministrazione del Comune di Forlì rigetti le ingerenze di questa associazione, difenda il risultato del finanziamento regionale ottenuto e faccia finalmente chiarezza sugli obiettivi dell’Assessorato alle Pari Opportunità.
Ci rivolgiamo alla cittadinanza: intendiamo crescere le nuove generazioni in questo clima di paura della diversità e mancanza di solidarietà sociale? Sono questi gli strumenti per contrastare la violenza di genere? Per quanto ci riguarda siamo pronte e pronti a mobilitarci per dare voce a chi ogni giorno affronta concretamente le fragilità del tessuto sociale, esprimendo la necessità di un’azione incisiva di promozione culturale del rispetto, della parità, in difesa delle persone vittime di violenza di genere».
Sottoscrivono il presente comunicato:
Parità di genere Forlì, Un secco no Aps, Rea collettivo di genere, Tavolo permanente delle associazioni contro la violenza alle donne, Forum delle donne, Voce donna
Castrocaro Terme-Terra del Sole, Udi Forlì Aps, Collettivo Monnalisa, Udu forlì, Rete studenti medi di Forlì, Anpi provinciale forlì-cesena, Anpi Forlì, Anpi Forlimpopoli, Coordinamento Libera Forlì-Cesena, Presidio Libera Forlì, Associazione Centro per la Pace Forlì, Forlì Città Aperta, Associazione Luciano Lama FC, Consulta Laica Forlivese, Circolo Uaar di Forlì-Cesena, La materia dei sogni, Il progresso delle idee, Arci Forlì, Federconsumatori Forlì-Cesena, Cgil Forlì