«Nel 2019 la Giunta comunale di Forlì è balzata agli onori della cronaca nazionale per aver rifiutato un finanziamento regionale per un progetto di contrasto alla violenza contro le donne e motivata dall’orientamento sessuale, “giustificandosi” con l’assurda motivazione di “essere a favore di un modello di famiglia tradizionale”, ma nei fatti per corrispondere alle posizioni della parte più radicale e integralista dei propri sostenitori. A distanza di due anni Forlì è in ostaggio dalle stesse forze estremiste, che nuovamente pretendono di imporre la propria visione discriminatoria, fino al punto di chiedere conto pubblicamente di un nuovo progetto promosso dal Comune insieme a diverse associazioni locali, e finanziato dalla Regione per la cifra di 40.000 euro, allo scopo di promuovere la cultura della parità e della non discriminazione anche in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Come forze politiche del centrosinistra respingiamo seccamente questo ennesimo tentativo di minare l’impegno delle associazioni, dei cittadini e della Regione stessa, che da anni operano per promuovere una cultura del rispetto e della parità, agito sbandierando un farneticante richiamo alla sedicente “teoria del gender”. Nello stesso tempo non possiamo che dirci imbarazzati dalla risposta dell’Assessora Cintorino che ammette, come se fosse la cosa più normale del mondo, di non condividere le finalità del progetto presentato dal suo stesso assessorato e dalle associazioni locali e anzi di essere totalmente contraria ai suoi obiettivi, ma di averlo presentato per ricevere i fondi della Regione (che però, guarda caso, sono vincolati proprio a quegli scopi e obiettivi), per poi concludere facendo a sua volta riferimento alla fantomatica teoria del gender un concetto che, giova ripeterlo, non esiste se non nella propaganda dei gruppi della destra integralista.
Quella dell’assessora è una dichiarazione che scivola nell’assurdo, e tradisce il fatto che il Comune di Forlì si muove contro le discriminazioni di genere e la violenza per cause legate all’orientamento sessuale esclusivamente nel timore di una sollevazione dell’opinione pubblica come quella avvenuta a seguito della triste vicenda di due anni fa. Se questa constatazione ci rassicura rispetto allo stato di salute della coscienza civica dei forlivesi non possiamo non chiederci, ancora una volta, che senso abbia la gestione di una delega alle Pari opportunità da parte di chi pubblicamente si dichiara contrario alle finalità che il proprio assessorato dovrebbe perseguire».
Gruppo consiliare PD, Gruppo consiliare Forlì e Co., Partito Democratico-Unione comunale di Forlì, Articolo Uno-Forlì