Le majorette di Selbagnone sono una tra le più belle sorprese che ci regala, ogni anno, l’inverno romagnolo. La liturgia della loro apparizione è sempre la stessa ma, come al dipanarsi del sipario che anticipa uno spettacolo di qualità, la comparsa rinnova un pizzico di stupore. Parliamo di piante, non di ballerine. E di ciuffi di vischio che sembrano pompon. Con l’arrivo dell’inverno, ultimata la caduta delle foglie, i grandi alberi che affiancano la strada per Meldola sfoggiano, tra i rami, un carosello di caspi arruffati, verdi di foglie e con gelatinose bacche bianche.
È il contrario di una fioritura. La bellezza non è rivelata da una creazione, come avviene col dischiudersi delle gemme o lo sbocciar dei fiori. In questo caso la natura affida la capacità seduttiva a una sottrazione. Se si guardano in prospettiva, le piante con i cespugli sembrano majorette impegnate ad agitare braccia e fiocchi, con tanto di cartellone finale: una parata del vischio che prosegue per un buon tratto ed evoca, nel freddo dell’inverno, le speranze per una nuova primavera.
Mario Proli