Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Roberto Vimini.
«Mi chiamo Roberto Vimini, diplomato geometra nel 2021 e da qualche mese sto cercando un posto come praticantato in uno studio tecnico, per continuare il mio percorso di formazione. Purtroppo le mie condizioni fisiche che da tempo mi costringono in una sedia a rotelle, non mi hanno consentito di praticare sport, tuttavia mi ritengo uno sportivo e seguo con passione ogni sport con particolare attenzione per il calcio. Il mio grande sogno è diventare un giornalista, perché trovo stimolante lavorare nel mondo delle notizie, in particolare di quelle sportive. So benissimo che per realizzare queste ambizioni dovrò impegnarmi a fondo, perché nessuno ti regala tutto e subito, ma con un po’ di buona volontà e costanza, posso riuscirci.
Il 4 marzo sarà sempre per me una data triste, perché ogni anno il mio pensiero corre ad una tragica domenica di 4 anni fa. Era il 2018, all’epoca avevo 17 anni e frequentavo il 3° anno dell’Istituto Tecnico “Saffi Alberti” di Forlì. Sono da sempre un tifoso rossonero del Milan e proprio quel giorno aspettavo con ansia il derby serale con l’Inter, che per noi tifosi milanisti rappresenta la partita più attesa dell’anno. Un’attesa peraltro iniziata già nelle lezioni mattutine con i compagni di classe, alcuni dei quali interisti e potete immaginare il clima fra le opposte fazioni, non sempre corrispondente al rispetto reciproco. Ma quel giorno accadde l’imponderabile, ciò che non ti aspetti: da Udine arriva la tremenda notizia che il capitano della Fiorentina Davide Astori, è stato trovato privo di vita nella sua camera di albergo.
In un primo momento ero arrabbiato perché la FGCI in segno di lutto e rispetto, aveva sospeso tutte le partite della giornata, ma ben presto un senso di profonda tristezza mi ha assalito quando, ascoltando i primi notiziari, ho scoperto chi fosse veramente Astori. Il giorno successivo ho contattato immediatamente i miei insegnanti e abbiamo deciso di preparare un libro per raccontare la storia di Davide Astori. Così di giorno in giorno ho scoperto con sorpresa che dietro alla figura del calciatore professionista, si celava una persona con straordinari valori umani, da sempre impegnato con grande determinazione nel sociale.
La ricerca della documentazione è andata avanti per diversi mesi durante i quali sono state esaminate tutte le testate giornalistiche sportive, i siti specializzati in news nazionali e internazionali. Abbiamo ripercorso tutta la carriera sportiva di Davide dalle giovanili del Milan, fino al ruolo di leader indiscusso della Fiorentina, passando per l’esordio nella Nazionale; verificato tutte le iniziative umanitarie alle quali Astori donava sé stesso in modo continuo e disinteressato; raccolto le testimonianze di tutto l’ambiente sportivo; analizzato con approfondimenti le dinamiche scientifiche che ne hanno determinato il decesso; ripercorso alcune tragedie di sportivi morti sempre per problemi cardiaci. A tale proposito ricordiamoci dell’episodio accaduto in diretta al nazionale danese Eriksen, durante i recenti Europei di calcio 2021, fortunatamente concluso positivamente, anche grazie alla prontezza e all’intervento del suo capitano Kjaer».
Una volta impaginato e stampato il libro, in accordo con i miei insegnanti, abbiamo deciso di inviarne una copia alla segreteria della Fiorentina e una al nuovo capitano German Pezzella, per rendere omaggio ad Astori e alla sua storia. Invii che sono stati ripetuti sia l’anno successivo alla prima ricorrenza della morte di Astori, sia con l’avvento della nuova presidenza Commisso. Ma purtroppo non ho ricevuto nessuna risposta.
“Abbiamo avuto il piacere di affiancare Roberto in questo percorso che ci ha permesso di conoscere meglio Astori non solo come giocatore e capitano ma soprattutto come uomo – affermano i suoi due insegnanti di riferimento – ed è un vero peccato che la società viola non abbia ritenuto opportuno di contattare il ragazzo. L’avrebbe sicuramente meritato! E per questo vogliamo riportare la stupenda dedica che Roberto ha scritto nella prima pagina del suo lavoro: A Davide, del quale mi onoro di averne compreso il valore come uomo e campione attraverso le testimonianze di compagni, dirigenti, giornalisti, amici… ma anche e soprattutto della gente comune”.