Ambra Angiolini e Arianna Scommegna sono protagoniste sul palcoscenico del Teatro Diego Fabbri di Forlì, martedì 8 marzo alle ore 21,00 con la pièce di Johnna Adams “Il nodo“, regia di Serena Sinigaglia. Lo spettacolo replicherà mercoledì 9 marzo alle ore 21 al Teatro Masini di Faenza.
Un’aula di una scuola pubblica. È l’ora di ricevimento per una insegnante di una classe di prima media. È tesa, ha la testa altrove, è in attesa di una telefonata che non arriva mai. Al colloquio si presenta inaspettatamente la madre di un suo allievo. Vuole parlarle, ma non sarà un dialogo facile. Suo figlio alcuni giorni prima è stato sospeso, è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole a tutti i costi capire il perché. È stato vittima di bullismo o forse lui stesso è stato un molestatore… forse l’insegnante l’ha trattato con asprezza… Sciogliere questo nodo, cercare la verità è l’unica possibilità a cui aggrapparsi. Perché, come conseguenza del fatto, il figlio ha commesso qualcosa di tremendo, di irreparabile. E solo un confronto durissimo tra le due donne potrà dare un senso al dolore, allo smarrimento e al loro reciproco, soffocante senso di colpa.
Il nodo non è semplicemente un testo teatrale sul bullismo (il che, comunque, basterebbe a renderlo assolutamente attuale e necessario), è soprattutto un confronto senza veli sulle ragioni intime che lo generano. Osa porsi le domande assolute come accade nelle tragedie greche, cerca le cause e non gli effetti. Oggi abbiamo le piattaforme digitali per raccontare storie, per denunciare fatti e azioni rilevanti. Dunque a cosa serve nello specifico il teatro? Serve a mettere a nudo, nella sintesi e nell’intensità che lo contraddistinguono, le più profonde contraddizioni dell’uomo, le ragioni ultime del suo agire. Heather Clark e Corryn Fell non sono solo l’insegnante e la madre di Gidion. Il loro conflitto, come quello tra Medea e Giasone, tra Dioniso e Penteo, tra Eteocle e Polinice, racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. E ci pone di fronte alle nostre responsabilità: per ogni ragazzo ferito, umiliato, ma anche per chi umilia e ferisce, siamo noi ad essere sconfitti, come individui e come società, nostra è la responsabilità, nostra è la pena e il dolore. La madre e l’insegnante di Gidion combattono per salvare sé stesse dal baratro della colpa e forse per cercare un senso ad una morte tanto orribile. Nel frastuono e nel clamore della loro battaglia non si accorgono che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio. Il nodo gordiano è un nodo che non puoi districare se non tagliandolo di netto. La metafora del titolo è dunque molto chiara: esistono conflitti che non possono più essere sciolti, ma solo recisi. E dunque: non bisognerebbe mai trovarsi in circostanze tanto estreme da risultare irrecuperabili. Educare la generazione di domani è la più sacra, la più alta responsabilità umana…
Biglietti: 29 euro (Platea file 1-17); 27 euro (Platea file 18-25 e Galleria). Prevendite: alla biglietteria diurna del Teatro Fabbri in via Dall’Aste dal martedì al sabato dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 18,00. Nei giorni dello spettacolo la biglietteria di Corso Diaz aprirà un’ora prima dell’inizio della rappresentazione. Prenotazioni telefoniche (0543/26355): dal martedì al sabato dalle ore 11,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 18,00. Biglietti online: Vivaticket. Info www.accademiaperduta.it.