“Quello che si sarebbe dovuto profilare come un normale avvicendamento al vertice della Camera di Commercio della Romagna, secondo equilibri e consuetudini ben rodate tra gli attori che ne fanno parte, si sta trasformando in un conflitto da cui tutti potrebbero uscire perdenti. A perdere credibilità e prestigio potrebbe essere, in primis, il nuovo corso dell’ente camerale che si troverebbe segnato non solo da importanti defezioni non casuali, ma da uno stigma da non sottovalutare, quello di essere stato sottoposto a ingerenze esterne al sistema delle imprese. Pacta sunt servanda. Ce lo insegna una massima latina tuttora valida che mette in guardia dal non rispettare gli impegni assunti anche verbalmente, pena la caduta verticale di autorevolezza” così il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, in una nota.
“I fatti sono conosciuti. Sulla base di una prassi dell’alternanza, secondo quanto emerge da varie interviste apparse sulla stampa, la prossima presidenza della Camera di Commercio sarebbe spettata a Cesena (dopo la presidenza del forlivese Alberto Zambianchi) e, in particolare, alle associazioni dei commercianti. Subito si era profilata una candidatura eccellente, quella del noto imprenditore cesenate Augusto Patrignani, rieletto presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia di Cesena nel 2020. Una candidatura espressione del mondo imprenditoriale, con una cospicua dote di conoscenza diretta degli ambiti amministrativi e economici del sistema. Poi tutto è saltato. Le associazioni degli artigiani avrebbero caldeggiato una candidatura alternativa che ha coagulato intorno a sé il sostegno della maggioranza degli ‘elettori’. Si tratta di Carlo Battistini vicesindaco per due mandati nella Giunta cesenate guidata dal piddino Paolo Lucchi che è, oggi, amministratore delegato di Federcoop Romagna. Un candidato, Battistini, che pur conoscitore del settore imprenditoriale, non avrebbe guadagnato questa esperienza direttamente sul campo, ma, secondo quanto emerge dai media, sarebbe espressione di una scelta più politica che di rappresentanza del mondo delle imprese. Quale sarà l’epilogo della contesa? Non vogliamo dar nulla per scontato e lanciamo un appello comune alla riflessione. L’uscita dalla compagine camerale annunciata da una parte considerevole del mondo del commercio cesenate e forlivese sarebbe un vulnus difficilmente rimarginabile, come lo sarebbe una presidenza che partisse da un vizio di origine con conseguenze sull’importante attività camerale” conclude Morrone.