Confartigianato Forlì raccoglie le preoccupazioni delle imprese che operano nel comparto edile e nella filiera della casa. Il segretario Mauro Collina ne sintetizza il pensiero “gli imprenditori denunciano la brusca frenata dell’attività del comparto causata dal nodo della gestione dei crediti, oggi bloccati dai principali istituti bancari, che ha portato molti committenti a procrastinare i lavori, non disponendo delle risorse finanziarie per farvi fronte. Alcune imprese, pur di continuare l’attività, stanno facendo credito ai clienti, di fatto svolgendo il ruolo che spetterebbe alle banche. Un disagio che aggrava una situazione resa complessa dall’aumento incontrollato dei costi dell’energia e delle materie prime e dalle difficoltà di reperimento delle stesse”. Sin dalla sua istituzione, il superbonus, introdotto dal Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 ha presentato diverse criticità che ne hanno resa complessa l’applicazione, situazione aggravata dalle numerose modifiche che si sono susseguite.
“Il provvedimento ha sicuramente contribuito a rilanciare il settore, ma è un rilancio fittizio; si tratta di un intervento temporaneo che proprio per l’entità del contributo, il 110%, ha provocato una forte richiesta a cui le imprese e i professionisti hanno faticato a far fronte, e che ha innescato un incremento indiscriminato dei prezzi dei materiali, di fatto azzerando i margini di trattativa fra domanda e offerta.”
Alla crisi delle materie prime e all’aumento dei costi energetici si aggiunge la complessa gestione dello sconto in fattura e della cessione del credito. “Il problema della cessione del credito è stato più volte affrontato dalla Confederazione nazionale che è intervenuta presso gli Istituti di credito e gli enti preposti affinché riconsiderassero le modalità di gestione delle acquisizioni di crediti legati ai bonus per l’edilizia. Restano le perplessità su di un provvedimento che se, da una parte ha contribuito a rimettere in moto la filiera della casa, dall’altra ha mostrato enormi limiti, legati alle complessità burocratiche e alla gestione dei crediti e che, auspichiamo, dopo il boom, non provochi una crisi del comparto peggiore di quella del 2008”.