“In quanto Associazione di rappresentanza, noi studenti dell’Unione degli Universitari di Forlì ci siamo mobilitati per il futuro del Campus di Forlì, la seconda sede più grande dell’Università di Bologna, a causa dell’attuale mancanza di spazi di aggregazione: spazi, cioè, in cui sia possibile soddisfare i bisogni primari di socialità e svago, nonché dare sfogo alle proprie passioni, intese come potenzialità extracurriculari. Per trovare una soluzione, abbiamo proposto all’Università di Bologna di aderire ai nuovi bandi nazionali per l’edilizia e la residenzialità universitaria, inviando al Rettore, ai dirigenti del Campus e alle Unità competenti un documento di dodici pagine contenente le nostre proposte per la creazione di un nuovo spazio collettivo. Tra le idee, la principale consiste nella rigenerazione dell’ex Camera del Lavoro in via Maroncelli 34 al fine di costruirvi un centro sociale, culturale e ricreativo, dotato di sportelli di supporto all’orientamento per la vita universitaria e, più in generale, di ambienti in cui riunirsi e portare avanti iniziative condivise. In due parole: liberamente fruibili” si legge in una nota dell’UDU Forlì.
«Sebbene le aule studio lo siano – continua – queste rimangono luoghi di silenzio e anonimato, dunque inadeguate a soddisfare i bisogni prima citati. Nel modello neoliberista dell’”Università-Azienda”, al momento, non c’è spazio per quegli aspetti della vita – altrettanto fondamentali – che vanno al di là dello studio, degli esami, della performance accademica».
«La vita universitaria – afferma Caterina Migale che ha redatto il progetto non può svolgersi unicamente nelle aule studio e limitarsi a quella singola prestazione individuale. Abbiamo bisogno di spazi in cui confrontarci, sperimentare ed esprimere la nostra creatività».
“Anticipando la scelta dell’Università di non partecipare ai bandi ministeriali, abbiamo avanzato proposte alternative, tra cui la concessione di un’aula autogestita all’interno del Campus e maggiore coinvolgimento della comunità studentesca nei processi decisionali che riguardano il futuro delle strutture dell’Ateneo. Nonostante il documento sia stato appoggiato e sottoscritto da ben 10 enti e associazioni locali, tra cui Cgil, Fillea e Libera, l’Alma Mater si è mostrata indifferente alle nostre richieste e al nostro operato, ignorandoli per ben due settimane. Dei 10 destinatari, solo il delegato alle studentesse e agli studenti F. Condello ci ha risposto – a due giorni dalla scadenza dei bandi – accogliendo il nostro invito ad un incontro sulla questione“.
«Vogliamo che Forlì sia una vera città universitaria e che gli studenti siano felici di viverci – conclude Migale – le opportunità ci sono, noi le abbiamo individuate. Adesso sta all’Università e all’Amministrazione Comunale coglierle».