In arrivo 58 milioni di euro ai Comuni per sostenere i progetti per i centri estivi, sia pubblici che privati. Lo comunica oggi 8 luglio 2022 il deputato romagnolo di Italia Viva Marco Di Maio, a seguito della interrogazione urgente presentata alla Camera alla ministra Bonetti, che ha risposto nell’Aula di Montecitorio. “Parte di queste risorse – spiega il deputato – arriveranno pro quota anche ai comuni del territorio romagnolo in modo automatico, ad esclusione di quelli che entro il 21 luglio dichiarino al Dipartimento per le politiche della famiglia di non voler aderire all’iniziativa“.
Si tratta di un contributo importante, anche se di importo inferiore rispetto a quello del 2020 e del 2021 “reso possibile unicamente dalla tenacia della ministra Bonetti – fa notare il parlamentare – senza la cui insistenza quest’anno l’intervento economico a favore dei Comuni e delle famiglie sarebbe stato soppresso. Accedendo a risorse assegnate al proprio ministero per altre finalità, ha voluto ugualmente garantire una copertura economica per assicurare un intervento apprezzabile“.
“È una risposta concreta – sottolinea ancora il parlamentare – alle istanze avanzate da molti comuni anche del nostro territorio, che in questi giorni si sono organizzati per contribuire con proprie risorse al pagamento delle rette dei centri estivi. Grazie al contributo del Governo, l’esborso sarà inferiore e i risparmi prodotti potranno essere usati per altre finalità“.
“Queste risorse sono particolarmente attese – aggiunge – perché soddisfano il bisogno di bambini e ragazzi di beneficiare di un sostegno all’educazione che non sia solo formale e scolastico ma, come quello informale dei centri estivi, fatto di socialità, crescita, formazione di qualità. La certezza del finanziamento è un elemento essenziale nel consentire di programmare adeguate politiche educative“.
“Auspichiamo che l’impegno della ministra Bonetti per rendere strutturali i fondi destinati ai Comuni per i centri estivi possa trovare al più presto un più ampio consenso all’interno del governo – conclude -. Perchè rendere permanenti queste risorse consentirebbe alle amministrazioni locali di sapere all’inizio dell’anno di poter contare sui sostegni per le attività educative informali e quindi di poterle organizzare nel migliore dei modi”.