Il ponte raddrizzatore rappresenta la soluzione più semplice per convertire un segnale di corrente alternata in un segnale di corrente continua. È un dispositivo molto comune ed è indispensabile praticamente in tutti i circuiti di alimentazione. Può avere svariate forme: la sua versione classica è sempre dotata di quattro pin di collegamento, ma ci sono anche i modelli dotati di un maggior numero di pin.
Può essere chiamato anche semplicemente raddrizzatore: il termine “ponte” è un’eredità legata al nome di uno dei primi circuiti in grado di raddrizzare la corrente alternata, ovvero il ponte di Graetz, inventato dal fisico tedesco alla fine del 1800. Oggi sono disponibili diversi tipi di raddrizzatore di corrente: scopriamo quali sono, come funzionano, in che ambito possono essere utilizzati e dove si possono trovare online.
Dove trovare i migliori ponti raddrizzatori online
Per trovare i migliori ponti raddrizzatori online puoi cliccare qui e accedere al portale di RS Components, realtà specializzata nella vendita di articoli e accessori professionali dei migliori marchi disponibili in commercio. Sono disponibili centinaia e centinaia di modelli, ma grazie ai filtri di ricerca bastano pochi clic per individuare il componente più adatto alle proprie necessità.
Gli articoli possono essere selezionati in base alla tipologia di ponte, al tipo di montaggio, al numero di pin, alla tecnologia, alle dimensioni e ad una serie di caratteristiche tecniche. Ogni prodotto ha una scheda tecnica con immagini ed informazioni dettagliate. I raddrizzatori si trovano all’interno della sezione dedicata ai semiconduttori, che a sua volta rientra nella categoria Componenti elettronici e connettori; all’interno del sito di RS Components si può navigare anche tra le altre categorie, ovvero Cavi, elettricità e automazione, Information technology, strumentazione e sicurezza, Utensili e meccanica.
Il funzionamento del componente: il raddrizzamento del segnale
Il ruolo del ponte raddrizzatore è quello di portare a termine l’operazione nota come raddrizzamento, ovvero la trasformazione di un segnale alternato in un segnale continuo e unidirezionale. Il funzionamento è abbastanza semplice: se si applicasse un diodo ad un segnale di ingresso alternato, passerebbero solo le semionde positive o negative (dipende da come è posizionato il catodo), con un segnale interrotto in corrispondenza delle semionde bloccate.
Utilizzando due diodi si possono raddrizzare singolarmente tutte le semionde. Il ponte di raddrizzamento, dotato almeno di quattro diodi, consente di ottenere un segnale pari alla somma di una semionda positiva e di una semionda negativa capovolta. In pratica parliamo di due circuiti con due diodi ciascuno, che sono uno l’opposto dell’altro. Questa soluzione consente un filtraggio ed un livellamento della tensione più semplici, ottenendo una corrente continua (pulsante).
Tipologie e applicazioni
Come detto, esistono diverse tipologie di ponte raddrizzatore. La distinzione più comune è quella tra raddrizzatori monofase e raddrizzatori trifase; un’altra distinzione separa i dispositivi a controllo completo da quelli a controllo parziale e quelli non controllati. I vari modelli possono distinguersi anche in relazione al tipo di montaggio, che può essere superficiale, a foro passante o a vite, oltre che per le varie specifiche tecniche e la tecnologia impiegata.
I raddrizzatori sono componenti elettronici molto comuni. Il loro utilizzo classico è quello all’interno degli alimentatori che devono fornire la tensione continua a dispositivi e componenti elettronici. Sono una presenza fissa nelle industrie di produzione, ma anche nei laboratori di riparazione ed in quelli degli appassionati di elettronica che si divertono a realizzare circuiti per i loro progetti.