“Leggiamo della commemorazione da parte della sindaca di Tredozio, Simona Vietina, del maresciallo Amodio, ucciso dopo aver consegnato ai tedeschi un partigiano, condannato prima a dieci anni, poi a morte dal comando tedesco. Non mettiamo in dubbio l’antifascismo della sindaca di Tredozio, per altro sempre presente al ricordo dei martiri del battaglione Corbari, a Ca Cornio. Tuttavia riteniamo sbagliata questa scelta su chi commemorare” si legge in una nota del coordinamento provinciale Anpi Forlì Cesena e della sezione Anpi Modigliana-Tredozio.
“Il maresciallo Amodio, certo fu una vittima , non della guerra, come sostiene la sindaca, ma del clima di odio dovuto ai crimini dei nazifascisti e ai vent’anni di dittatura di Mussolini, ma incapace di andare oltre al semplice rispetto degli ordini. Per citare Don Milani, in quel momento l’obbedienza non era più una virtù. A volte, il dovere è quello della disubbidienza, non del rispetto degli ordini. Cosa che tanti carabinieri capirono, scegliendo la parte giusta, quella della Resistenza. E saranno 2.735 militari dell’arma, a perdere la vita, per la patria, in soli venti mesi di lotta partigiana; e 6.521 resteranno feriti, nel compimento del loro dovere. Un alto tributo di sangue confermato da 32 medaglie d’oro al valore militare per atti resistenziali. Ecco, al netto dell’umana pietà per il maresciallo Amodio, crediamo che i carabinieri da ricordare siano altri” conclude il coordinamento provinciale Anpi Forlì Cesena e Modigliana-Tredozio.