Sarebbero stati 99, caro Italo Calvino. Oggi, i tuoi anni. Propongo di festeggiarli ricordando il valore di ciò che hai scritto, che hai detto, che hai testimoniato facendo e assumendo posizioni. Alle scuole elementari, pieni anni ’70, la maestra signorina Appi Soave Liliana leggeva Marcovaldo. Rispetto ad altri maestri passava per essere tradizionalista e, pensandoci col senno dei 50 anni, proprio lei dimostra la tua grandezza. Sei stato capace di rendere universale un personaggio iperbolico e strampalato che, tuttavia, faceva emergere le derive ingiuste di quei tempi.
Divertiva i bambini, le maestre, chi li leggeva. Poi alle medie la professoressa Leoni ha proposto il Barone Rampante e alle superiori, la professoressa Natalia Fagioli ha aperto le pagine delle Città Invisibili. All’università sono arrivate le Lezioni Americane e il confronto col travaglio morale sulle scelte, dal Sentiero di nidi di ragno alla Gran Bonaccia delle Antille, scritti che tanto hanno da dire all’attualità.
Come tutti. Come, in particolare, la città di Berenice. Grazie, caro Italo, grazie di cuore di essere con noi. Il tuo percorso terreno è iniziato a Cuba e terminato a Castiglion della Pescaia, ma in realtà sei assunto in cielo, come Cosimo, che mantiene fede alla promessa di non scendere. Ti sei aggrappato alla fune della mongolfiera, e sei scomparso oltre l’orizzonte, portandoci con te.
Mario Proli