Ausl Romagna in rosso. Bartolini: «Servizi peggiorati e i conti non tornano»

Ospedale Morgagni Pierantoni ausl Forlì

Il bilancio preventivo 2022 dell’Ausl Romagna fa tremare le vene ai polsi: un rosso da 200 milioni di euro che però non dovrebbe sorprendere, è solo il frutto di un esperimento strampalato che la sinistra di Bologna ha voluto mettere in atto sulla pelle di noi romagnoli, usandoci come cavie. I risultati pratici li conosciamo: aver fuso le 4 vecchie Ausl di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini ha portato a un peggioramento nella qualità dei servizi sanitari, a lunghissime liste d’attesa per accedere ad esami e visite specialistiche, e oggi vediamo anche il risvolto economico della faccenda“. Luca Bartolini, coordinatore forlivese di Fratelli d’Italia, commenta così i conti dell’Ausl Romagna presentati dal direttore generale Tiziano Carradori.

Ci hanno raccontato che grande era bello e che solo con la fusione si sarebbero potuti salvare i conti della sanità e migliorare i servizi per i cittadini – prosegue l’esponente di FdI -. Mi sono sempre chiesto perché in una regione con oltre 4 milioni di abitanti solo la Romagna doveva fare da cavia, mentre in Emilia si lasciavano autonome le singole Ausl, battendomi contro la sciagurata fusione che la sinistra al governo in Regione ha voluto mettere in atto. Oggi i numeri ci dicono che avevamo ragione noi: la grande Ausl di Romagna ha soltanto allontanato il potere decisionale dal territorio, peggiorando i conti e la qualità del servizio. Un bel risultato, non c’è che dire! I cittadini sono stanchi di dover sempre attendere tempi biblici prima di poter fare una visita o un esame. Insomma, l’operazione ha portato solo svantaggi e questo ci porta ad affermare che la scelta della Regione è stata una scommessa azzardata fatta sulla testa di noi romagnoli e, come avevo previsto, una scommessa persa“.

La disparità tra Emilia e Romagna diventa evidente anche in campo sanitario. “Perché non li hanno fatti anche in Emilia questi esperimenti? – rincara la dose Bartolini – A suo tempo, quando ero consigliere regionale, presentai un progetto di legge per costituire 4 Ausl in tutta la regione, ma il Pd lo bocciò. Perché? Semplice, la ribelle Romagna doveva essere controllata da Bologna che ci trattò, ieri come oggi, come una colonia. E’ stata preservata persino la piccolissima Ausl di Imola: la politica di fusione e accorpamenti è valida solo per la Romagna e i risultati sono perdite milionarie e cittadini scontenti. Complimenti a Bonaccini e compagni“.

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